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~;s:A~'&~~

cgni cofa mi richiamera alla memoria

Ja

mi&

un1i liazio11e? .. . No, rifpofe il Silfo, non v' ha

in natura cofa veruna che

la

polfa umiliare al–

tro

che que/lo , che la tradifce. La perfezione

d' una. pian ta

e

que/la del fiorire,

e

del germo–

gliare, la perfezio11e d' una dom1a morral

e

e

que/la dell' eílere mogJie,

e

divenir madre .

So

vi folle contrappo!la a quello fuo fapiente dife-

11no, non avrei rivolte a voi le mie brame •

Com'

e

cio, diílc Elifa,

e

puo un' ell'enza pura,

uno fpi rito celeíle amare in me que/lo, che

m'

avvi/ilCe di forro a lui? Siate voi pure quella,

che lie'tc figliuola mia io

v'

amo da Silfo ,

ne

fono gelofo de' fc11li ''ollri . Sia bella, e pura

I'

anima vollra'

e

lia

e(fa

mia ' qufllo

e

a

fuffi–

cienza. Q.uanto

e

a

queJ la porzione di voi, che

li chiama vollre bellezze, e attrattive, fono

eí–

[e

foggct te a/le leggi de' mortali ' uno

fr,_

Joro

le poíliede: ne dilpo11ga : non folameme io no

A

n e ne querelerO , ma ne avrO conte.nrezza

,

imperciocche 11011

fra

gli obblighi vollri

e

quello

di render lui fel ice . ..

Ah

!

datemi alm.:no il

t mpo

d'

aVl'ezza rmi a quello penliero!

fn

villa

ci toccheri

a

vederci piL\ fpe{fo;

forle

ch' io

m '

addomeilichcro con queíl' obbligo , che voi di·

te. Ma 11011

m'

abbandonare, ve ne prego ..•

No, faro

í

mpre in compagnia

di

1•oi. Amo la.

tranquillita,

ed

il lilenzio.

V '

avea in quella campagna un luogo felvag–

gio, e folitario, chiamato da Elifa i

1

fuo De–

forre; e dov' ella

a

vea per caílume di ritirarli ,

per leitgere , o liare in penfieri

a

(uo agio. Ap–

pena vi giunfe ella, che quivi ando :

ed

erav~

cambiara ogni cofa .

In

vece del fuo fedile di

niofrolo , vi {rovO.

un

alero íeggio vefüto

di

mol-