~6 1 *
-.'# <>-
~;s:A~'&~~
cgni cofa mi richiamera alla memoria
Ja
mi&
un1i liazio11e? .. . No, rifpofe il Silfo, non v' ha
in natura cofa veruna che
la
polfa umiliare al–
tro
che que/lo , che la tradifce. La perfezione
d' una. pian ta
e
que/la del fiorire,
e
del germo–
gliare, la perfezio11e d' una dom1a morral
e
e
que/la dell' eílere mogJie,
e
divenir madre .
So
vi folle contrappo!la a quello fuo fapiente dife-
11no, non avrei rivolte a voi le mie brame •
Com'
e
cio, diílc Elifa,
e
puo un' ell'enza pura,
uno fpi rito celeíle amare in me que/lo, che
m'
avvi/ilCe di forro a lui? Siate voi pure quella,
che lie'tc figliuola mia io
v'
amo da Silfo ,
ne
fono gelofo de' fc11li ''ollri . Sia bella, e pura
I'
anima vollra'
e
lia
e(fa
mia ' qufllo
e
a
fuffi–
cienza. Q.uanto
e
a
queJ la porzione di voi, che
li chiama vollre bellezze, e attrattive, fono
eí–
[e
foggct te a/le leggi de' mortali ' uno
fr,_
Joro
le poíliede: ne dilpo11ga : non folameme io no
A
n e ne querelerO , ma ne avrO conte.nrezza
,
imperciocche 11011
fra
gli obblighi vollri
e
quello
di render lui fel ice . ..
Ah
!
datemi alm.:no il
t mpo
d'
aVl'ezza rmi a quello penliero!
fn
villa
ci toccheri
a
vederci piL\ fpe{fo;
forle
ch' io
m '
addomeilichcro con queíl' obbligo , che voi di·
te. Ma 11011
m'
abbandonare, ve ne prego ..•
No, faro
í
mpre in compagnia
di
1•oi. Amo la.
tranquillita,
ed
il lilenzio.
V '
avea in quella campagna un luogo felvag–
gio, e folitario, chiamato da Elifa i
1
fuo De–
forre; e dov' ella
a
vea per caílume di ritirarli ,
per leitgere , o liare in penfieri
a
(uo agio. Ap–
pena vi giunfe ella, che quivi ando :
ed
erav~
cambiara ogni cofa .
In
vece del fuo fedile di
niofrolo , vi {rovO.
un
alero íeggio vefüto
di
mol-