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sS

A~A~A~A

~i'

coufla.. Elifa, che Joda

te ..

M11 , Signora ,

fo

credo V€nmenre,

ch'

ella. lia un nome , co–

me chi dfoeffe FiJide, CJoride, lride.

11

Genio

mio ha fo:Jto quell.o, perohe fuona dolce ali' o–

recchio .... Sieche, voi non

fa

te grao conto d'

~~~~d~~;o~r~:n;~~~~~oedJ~vá1(fo ~hfo~~n~~~o:

\

fi~Ei~O.:fr~~~n~~¡', ~~~igcl¡~t~Íi~'.· ~l~eba~~n· ~une;

veduti da altra perfona, che d,a me , e fe il

Genio vollro ve ne i(piraffe alcri , voglio che

fieno a me ¡rifervati.

A(petto il fuo Silfo impazientemence per rin–

graziarlo dell'ifpirazione; egli volea negu cil>,

ma lo fece con sl pnca forz-a , che ne rima fe

piu perfuafa . Confefso turtavia , ene non fenza

ragione ílimavanli (pirati coloro fra gli uemi–

ni , i qua Ji feoz• riilettere producevano bei pen–

ficri. Sono cotdli tali, diceva , i favoriti d8°

Silfi, ed ognuno d'effi ha il fuo che chiamali it

Genio di lui. Sicche non farebbe maraviglia, che

Tim0teo n' avelfe uno; e

egli infpira a lui ver–

f¡,

che piacciano a voi , puo vaotadi d' e!fere

apprelfo di me il piu felice fra gli abitanti

dell' aria.

11

Genio di Timoteo divenne piu fer–

tile di gi• rno in giorno, ed Elifa di giorno in

giorno era piu fenfi bile •lle

lodi,

che le veni–

vano date da lui. lntanto

il

VoJange le appa–

recchiava un nuovo colpo di llupore ; ed ecco

qual

fo

l' origine.

E' li dee ancora avere in menre , ch' ella s'

era intratrenuta a difcgnare una

cifr.,, ,

in cui

il nome di Valoe era inrrecciato col fuo . Ef–

fend o ella un

~iorno

in vitara ad una fella, vol–

Je

mettern i luoi gioiclli : apre lo fcrignetto : e

che