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roe vi trol'a? Smanigli , colana, fior da capo .s
pendenre, ogni cofa legeta ·il fül •difegno della.
ciflla difegnara da
l~i.
11
primo
fen~imeoro
del
cuor fuo
fo
I.i. confufione, e
le
llupore • Che
penferil il Volange? Di che
fo{
perrera ? Sta
va.
ella
ancora abbigliandoli, quando fopraggiunfc
11
Volaoge, e vofoo lo /g11arcfo
~gli
abbigliamenri
íuoi: Ohr! dilfe,
1i
pub' e¡¡li dare galantciria phi
compiuca
!
In una flé!fa
cifra
il voílro, e il mio
nome
1
©h
~
fe 'qt.-ello foffe un tracto del fenti.
mento vofiro • come ne farei p:tgo ,
e
!teto
'I
Elifa arrofsi i·n cambio di fi ngere , ma la
(era
Valoc ne
fu
rimproverato. Voi, difs' ella,
m'
avece efpolla ad un
p~ricolo,
del
qua
le
tremo
anaora. lo ml fono rirrovata ad un punto , i'l1
cui cooveniva, o cb' io ingannalli il marico mio,
o
gli
faceffi penfare del facto mio cofa , che
rn'avrebbe ali' ellremo avilita ; e quantunque
noi altre fc1nmine úamo aurorizzate e dillimu–
lare da que! vantaggio, che traggone
gli
u omt–
ni dalla lincerita nollra, fento nel cuo·r mio ,
che
fe
facclli ufo di cal diritto, me ne vorrei
male. Lodo Valoe
Ja
fua
dilicarezzA; e di!fe
:
Una bugia per quanro fi• piccola ,
e
lempre un
picciolo male; e mi rincrefcerebbe d ellerne
flato io Ja cotgione . Ma la fomir;lianza del no–
me
mía
a quello del Volange
io J' avea perb
notara , e
fa
pea che il mariro voflrn non fareb–
be
andaro piu Ja che
I'
apparenza . Ho
comin–ciaro dal renderlo difcrero : quell>.
e
Ja
vir.CÜprincipale
d'
un mariro.
La fine del verno era palfata
in
galanterie
dalla parre del Silfo, e dalla parre d' Eli(a in
improvvifi movimenti di maraviglia ,
e
d'
alle–
grezz.., che -aVc:ano
deJI'
in,aute/icno.
'
Giun-