~
61
*
.
A~~~~~A
ria! .• Signora, voi non fiere ancor_ delb bene;
e fon certa, che voi compi re un fog
0
o qui ora
ncl bagno. , No, Giuílina, non fogno, ma vcg–
i:o
b~ne,
che quadro rale non e fano per gli
~h~hjord~;¡"nii¡ .c~h
!
~~
1
a~~romI~i 'r~
11
in~:~~f;
ne! cuo atferro .
$[e[rero gli occhi d' Elifa
un'
ora inrcr.a fen-
1;a mai fpiccarfi da! quadro . Arrendeva il
fue
Silfo;
ma non
~enne.
Altro non ha farto, difs'
ella, che paJfarc, e con rale omaggio mel fcc<t
fapue. Intanro, che dira il marito mio
?
In
qua! forma
1i
porra
fpi~gargli
quefla maravi–
glia. Sigaora mia , difle Giuflina, fe qucflo ri–
rratro non riefoe vilibile atli occhi miei. , per–
che lo
fara
a
quelli di lui? .. Tu hai
ragione :
ma
io fonct cosi pieua di confulione ... Dicend o
<Jt1efle parole alza gli cochi, e in luogo del ri–
trarto, che veduto ave• , rrcwa
lo ípecchio •
Oime
!·
ora fono q.uieta, dif!' ella, il ritratto
e
fpariro . 11 mio amatifiirno
Silfo
non vuol lafóar–
rni la pin minima inquietudinc .
E
come potrei
io
fa
re,
a
non volcr bene
ad uno fpirito ,
11
quale ad altro non penfa che a' miei dilerri , e
al
la
mia tranquillit"a.
Srruggendoli il cuore di voglia di íapere qua!
cffhro aveflc avuro
la
fua dornanda , fece
le
/
vifle la
fe~a
d' effcre llanca del palíeggio , e
d'
aver bifogno di dormire. Non po!fe indugio il
Silfo alla fua venura ; e le diíle • lo non fo,
cara Elifa mia,
fe
di
quanto
ho
ottenuto
Ca-
rece
(oddisfa tc:i ,
M'
e
conceduto
d'
apparire
tlavanti gli occhi vofiri •.. fo non ho altro de–
iiderio che queflo .. Ma quello, ch" io prevedeva
e
avvcnuro. 11 Re dcll'aria, che
kg~e
ne' peo-
Tom. l l/..
1:
fie-