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~ 60~

A~A~~~~

Giunge la p(ima delle fhgioni

¡

e la piu bel–

la,

i

1

tempo, in €Ui dl natura fi gode, Avea

il

Volanee una caía di campagna . Partiremo ,

quando vorrere, diíl'e al la Moglie ; e quantun–

qae detro gliel' aveíle con aria oneíliílima ,

~

con manfuetiílimo tuono , ella fentiva in fuo

cuore beniílimo, dicea , che focto a tale invito

nafcondeva l' imp. riofa

•olonr~

d'un marito.

Allido il fuo travaglio a Valoe. Al che egli ri–

fpqfe:

1o

non fo pero vedere qua! cagione d'

afflizione

lia

nella prope!h, de vi

fa.

In

Citta

non ci ha cofa , che vi

ritenga , e

la Villa a

qucílo tempo

e

un deliziofo foggiorno' maílime

per

un animo fenfitivo, e vogliefo del

beaelica~

re come il voílro. Qui

vi

ved'e{fo nella liberale

natura il modelto primo di queíla beata incli–

nazione; e con mi

11'

afpetti vi

fi

riprod.u€e

la

rora del rendere altrui felice; Le felve incorq–

nate d' 11na frcfca verdura; i lioriti giardini, le

nafcenti biadc, i dipinri prari ; le ,rinnovellate

greggi, e faltcllanci d' •llegrezza al primo ve–

dcre della luce; ogni cofa in Villa prefenta

>,–

gli occlii il carartere della bonta. Dipingcfi

fa

Natura nel Yerno forro un afpetto minacciofo,

ed orribile; d' Autunno

l

ricca, e foconda; ma

duolli dell'averfi a fpoglia.e , e la fua liberalir.a

Je

da

travaglio: di Scare ve de i doni fuoi, e

la

mella idea d' un

lavoro

aff~

o congiungefi

a:

quella del/'abbondanza . Dí-Primavera folamen–

ce la natura

e

lietament~

prodiga d. fue ricchez–

ze, e innamorara dclle

b~nelicenze,

che

fa.

Oi–

mc

!

diíle Elifa, bella

e

natura, ed io lo fo: ma

fara effa tale per me in que! medefimo luogo ,

in cui mi fono legara al deflino d'un uomo mor–

taÍc,

dove ho fatto giuramcnto d'

c:(ferí11.a,

do.ve

o

gm