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56

~

-

~~~<A~;A~

Mentre che lui ringraziava, giunge un maellrcl

di Mulica, mandato a chiamare da leí , perche

_Je

deffe lezione.

Maellro Timoteo ammaeíl:rato da! Volange

delia parte, che dovea rapprefe

ntare,

incomin'

cío

da! fare l' elogio dcll' Arpe. Q.ua l

e

la ¡iie-

1Jezza , e

I' armonia de' fuoni di queílo bello

llrumento

!

Si puo dar cofa piú dolce

!

piu mae–

íl:ofa

!

Queíl' Arpe dovea lecondo lui

rinnovare

tutti i prodigj della Lira . Ma allora trionfa

piL\

queíl' Aree , foggiunfe coreíl:o miovo Orfeo ,

quando con le corrifpondenzc fue foíl:iene gli

accenti d' un' armbniofa e tenera vece - Notate

di piu , Signora , che non v' ha al mondo alrra

cofa , che renda µiu vantaggiofamente cvidenti

le grazie d' un bel braccio, e d' una bella ma–

no; e quando una fe mmina

fa

dare una buona

attitudine

~1

capo con aria d'enruliafmo , rav–

viva. le l'ue fatreEze,

S'

infiammano'tlgli

acchi

fuoi alle confonanze, che

fa

udire altrui , di–

\'enta la meta piu bella.

Elifa arreílo a

tale elogio , demandando al

Maeíl:ro,

s'

egli era forfe un difcendente da Ti–

moteo maeíl:ro d' Aleffaodro. Sl , Signora , ri–

fpofe ·egli,

(ono

della íl:effa fatniglia. Prefe eJl;o

Ja

fua prima lezione. 11 maeíl:ro

ti

moílro pic-

110

di marniglia della chiarezza de' fuoni , che

rnandava fu, ri I' Arpe.

Oh!

cofa divina, efcla–

rn• va egli

!

Ben lo credo: diceva Elifa piano . •

Via, Signora , provarevi voi ancora fopra que–

íl:e armoniofe corde. Eliía vi pofe fopra

la

ma–

no temendo , ed ogni fuono , che ne rraeva

fuO'–

ri , le rifonava ne! cuore . Braviffima, Signora.

efclamava Timorco , braviffima, Spero fra poco

d' udire la volka tenera vece accompagaare ,

~

abeJ.