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SI
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\t'2rtendcva, Je diffe il Volance: e J'jmrrtagine
von..:. Jo fegul lino al Cielo .
In
mezzo all' ae–
.i:ea
corte altro non vi.ele , the voi •
Ma
voi
¡
JWía,
nel tempo della füa lonc:aoanza avece de-
' tiderac
a!tra cola fuorche lui
?
No €ercarnen–
tc,
gli dif.! ' ella ,
voi
fofo
fiete J' unico mio de–
fiderio . •.
E
cucca-via., Eliía,
ro
fo ,
che v' e
na–
to un defiderio,
che
non era per me. Voi rnc:t–
tete in un
era
vaglio, difs'
ella; per
quanto
m'
e:famini , non
fo
c¡ual lia quefto deliderio , che
dice.
\roi
vo ne liete dimenticata ; ma lne ne
ricordo io; e non folarnente non ne
fo
querc;–
la ,
ma delidero
io me-lelimo , che n' abbiare
ípeOo di cosl facti . Gin
•i difli i Silfi efferé
gcloli , ma. appunto per<io ufano maggiorl ac–
trrnzioni per etfere graditi. Non vi maraviglia•
te fe mi
v~dere
curiofo delle pi.Í minute par"
ricolarita
della
vita voílra, alla quale vogl '
i'
lafciare folamentc;
i
6ori cogfiendone
via
fino
all' uldma (pina. Per efcmpio
io
non poílo
fars
a meno di non avere inquiNudiAj pe!
lnaritd
voOro. Cerne !late voi
1~co?
Ma, diOe E lila ,
lquanto confufa; io vivo feco , come un uo–
mo: con quella diffidenza,
e
con qué! timare
0
che ci
viene
if' iraco nacu ralmeote da un feOo
oate nimico
del
nolho .
P'ui
datá
a
lui , {enza
che
mi
folfe
chieílo il mio parere, ho efeguir ci
il
debito mio, non la mía inclinaione. Secon–
do quello, ch' gli mi dicu, mi voleva bene ,
e
avrebbe •oluco piacermi , ch'
~
quanro dirc:!
r ndcrmi fchiau; non
i riulci :
e
la vanica
foa,
nomina
ta
da lu
i
dilicacezz& ,
1' ha
d ifuafo
da queílo difegno. Siamo buoni ami
ci;
o, fe vo.
lete , liberi
I'
uno ,
e
!'alero ..•
E'
egli almeno.
aJquanto compiu;cnte?•..
Ma,
sl egii
e,
quon·
D
a.
to