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deílderio d' Elifa ven lle compiuro .
S~
a.va.Cí'ella ne! fuo
Je~ro,
il ,Jume era fpenro ,
il
Vo–
lange al ·capezzale
d~l,.fuo
Jerro. Credi"ru,
ch'
tgli .rirorni? dilfe a Giuflina .. Sl? anzl
s'
egli
e
Spiriro galante dee <1llere giunro "·
Ah
!
¡¡o–
tefs' egli almeno intendermi
!
Ed egli v' intende,
dilfe
il
Volange con queJla fua piana. ,voce ; ma
fare fco1b.r da 'voi quello teflimon¡o
d e
mi da.
afflizione . 'Giuflina·, di{fo Elifa tremando,, par–
titi di qua. .• Che
e
flato Signora? Eg:i mi pa–
te
che voi fia'te
'con~urbara
.•. No, ·niente ; no;
fafciami ri dico. Giullilla .ubbidl, ·e quando
fu–
ron foli: com'
e
cio ·di{fo
iI
Silfo, la voce mia
vi
fa
paura? non s' ha rin\ore di chis' ama . Oi–
me
!
riípofs'ella' come pofs' io 'r.:nza confulione
veder'e a diventar cofa etfeh i1a e teaJc i
fo–
gni miei, e 'paifare in tal mode, e pcr \'ia d'
un
prodigio non i:oncrepuro , dall' illufione alla
rea
lira?
Pofs' io cre'dére, che ttno degli Spiriti
celelli
li
degni di lafciare il ,Cielo per lnt>, cd.'
addomellicarfi con tina femplicc morra/e? Se voi
fapelle, Je rilpofe il Volange , in qua!
fom~a
v.oicancellate ·quamto hanno di bellezza
rutte
leNinfe--ckff'ari.,, picciola vi parrebbc
la
voll~a
vittoria. Ne anch' io prerend0> di dovere il pre,-
i~~od;el~~ª~tlr~J~'biÍ~
1
: ~~~¡~ª¡; e~~~~íl~i~J~~;
in dilicatezza ecceffivo. Noi non abbiamo alrro
che i fenrimeliri dcll' anima ; voi Elifa gli ave–
te, 'come glI abbiamo noi ; ma per gullarne
le
delizie ; convien rifervarmi quefi' anima, di ché
fóno gelofo , prendere . diletto di
tuero
q~ello
che
il mondo ha d' amabile , e
d'
intereífanrc, ;
m•
non .amarvi al Ha
coía
quanro me . Ob
~
'!Uaiuo
m~ ~
agc:.vole
J'
ubbidirti in queílo , difs'
cllái