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{ofe, dove dinanzi alle mie ginpcchia fofpirav.?._
il piu bello d¡ cutti gli ÍRiriti celeíli .•• Come
va ? Signora ? Sofpirano dunque cos\ fatti fpiri–
ti? .. lnvano cercberei di gipingerc agli
o~chi
tuoi cofa , che non
h~
co1pparazione,
ne
model–
lo fra gli uomini. Q_uando
il
ddlarfi m' ha can–
cellata
l'
idea , appena io medefima po(fo rintrac–
cia
rla
a me flefsa ., Pofs' io awneno faperequel–
lo,
ch' avvennc nella' vuflra conv'ffazione ? ',, .
' on fo, ma io lira ammaliata, udiva unavoce,
ch' era
un
rapimento , reípirava 'gratiffimi pro -:.
fu
mi , e quaod ' io mi fve liai, fvanl tutto,
Parvc al Volange , udito, ch' egli cbbe il
fo–
¡:no della mo¡:Jie , di riconofcere nd fuo dif–
piacere il mtzzo di dar principio
&!
prefentarfi
a lei , come
ilfo. Appcna ancora
fi
fapea in
Parigi, che 1;ofa foíle quinteffenza di rofe :
il
olange con(egno a Giuílina un vafettino
d~
gttdlo
~Ji
fine prezi ifo, diccndole: donuni pri–
ma, che la tua
ignora fi. delli
fa,,
~he
di qut;-
flo
ru
le profumi il letto :
·
· Oh! Dió , cfclamo rifvegliandofi Elifa, fareh•
be mai fogno
~acora!
Accoflati, Giuílina , liu–
ta:
e
dimm_i di che ti
(a •• •
lo,
Signora, non
ícnco oulla .. N ulla fencl? Non fenti tu!' odore
ddle rote? .• Cara la miá Padrona lal'ciace, ch'
io lo vi dica, credecemi voi ufcice di
c~rvello.
De' yoílri fogni ¡iazienza: ma cosl anche defla ;
In verica non
fo
pii) quello ch'
io
mi dehba di–
re di voi.. Tu bai ragione che vorreíli dire di
cofe, che non fi
puo
inrenderla? Lafciami: ca–
la le cortine ., Ah! che
I'
odore
e
piu ¡:agliu–
do anco ra! .. Voi mi face fpavento ••. Odimi
io ri diíli Jeri,
fe
me ne ricordo bene ch' egli
~¡
rincrcfceva,
che
il
fogno
del pcrgolato fo1fe
fu-
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