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Gli appartamepti loro aveano, fecondo l' ufo ,
comunicazione ; ed iJ Volange avea colla
fua,
Segretaria accordato il modo di giungere fenz:i.
romore al capezzale del letra della moglie: ri,
maneva fol9, ed
e(fa
o con un fofpiro , o con
alquante parole, che le u{civano di bocea ,
a–
priva lui medefimo l'adito di favellarle.
M 'era ufcito di mente di dire ,
c;h~
Elifa non
volea nella fua fianza Jume
Ja
norte ; ne cia
Í¡.ceva ella {enza ragione, Le pitture dell' im–
maginativa non fono ma.i tanto vivi quanto
fra.
le tei1ebre profonde. D.i manierache il Volan–
ge fe11za eílere veduto ,
ílavaft efplorando
il
punto favorevo!e.
U
diva Elifa fo(pirare, e ccr•
care inquiet
a il ripofo. 0h
!
vieni dunque una
vol ta, fonno
be.rovieni; tu fe que! fo!o, che
ini fai aver
cara lavita.
A
me tocca , ditfe
il
Volange, cou
si
piana voc
e, ch' Elifala potea
udire a fatica,
a
me cocea
chiam.reil fonno :
lo
ne! grembo di lui ti po
íleggo. Non ebbe il
tempo di finira•. Ella mife un acutiflimo gfido;
cd eílendo incontanente il Volange di lii {pari.
to, accorfe Giuílina allevoci d'Elifa.
E
chea·
vete voi dunque , o Signara, le diíle? . • Oime!
io muojo . Or ora l' ho udito. Richiaon•mi ,
s,'
egli
fi
puo in vita. Amata fono
¡
fono felice!
Affrettati : non poífo piú avere il nato . S' af.
fretta Giulli na, füoglie le
'ordelline le
di ,
a.
fiutare u1.1 falo Qhe lei rianima ;
e follenendo
tuttavia la parce dell' incredula ,
le rinfaccia ,
che in tal guifa
fi
lafci rraportare ad
immagi–
nazioni , che le llurba no la quiete , e erollano
la
!lta falute. Trattami da bambina quanto
tu
vuoi, Je diíle Elifa: ma quello non
e
piLi fo–
r;no;
e;
J¡
puriffima
v
eiita ;
ho
udiro
lui,
colllC
·
odo