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gno , ho una grandiffim:i. compaílione di
lei
~
cdio voi d' un odio mona{.: .. Che vuoi
t1.1
Íh
re? la tua padrona avea ritrovato nd Maríto
(uo un amante de' pochi, e rari che ci
lieno ;
ma
a tuteo qLtello, che amore
ha
<li piu tenc;o,
non corrifpofe mai con akro che con una
fre–
dezza tale, che ha ,
(i
puo di re , della dpu–
gnanza . , Sapetc com'e? V'>i avece preÍO,in cam–
bio la timidita per frcdczza ecco <¡uel(o che
fanno tutti gli uomini, Non hanno PUl\tO com–
paffione d' unagiovane. Perche infrcddare? Per–
che non fare ufo di quclle ragioni , che avece
fopra di lei
!
•.
E
queíl:e appunto m' hanno trat–
tenuto. Non
olli
a
ver debito di nulla alla vio–
le.nza; e farei
ílato piu efficace ne lle
i(\anze
mie,
s'
ella nelle
fue
negative foífe ílata ¡>iii li–
b.era
. Ehi, Signori uomini miei, quan to lietc
lfoi buoni colla voílra delicatezza
~
E
che
sl
che
s'
avra
a
fapervene grado ? •.
O
diriü Giuílina ,
egli mi viene un certo penwero che volcndo
tu,
GÍ
potrefl:i rappacificarc infierne ..
S'
io Jo VOgJio,
dite!:. Elifa ama i Silli; io po/fo divenrare un
Silfo in
na
morato ..
E
come farete voi a render–
vi invilibile? , • Andando a viútarla folamen te
la
llQQlC • •
Sl , queíl'
e
un tracro' che mi piace
afTai ..
on
e
nuovo .
Gil
te
n'
e
fcrvito piu d'
un Aman te, ma Elifa non
fe
lo aípetta, e ' en–
go
P~r
cerco, ch' ella vi fara colea.
La
cofa piu
diflicile
e
il cominciare,
I'
aonodare nel princi–
pio
I'
inrre~cio
· ma io mi fondo fulla
tua de–
firczza, e
fo
che me ne procaccerai i 1
m~zzo .
on
indugio rnolro
I'
occaftonc ad aprirli •
A.lí!
Giuílioa, diílc
E
Jifa la mattina vegucnce ,
quale felicita i
n queílo puaco ho goduta
!
So–
:r;nai ,
ch'
io mi
riorova.vafotoo
un pergollato di
4
rofe,