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te le grazie della períona • Aggiunfevi un lég–
gieriílimo abbigliamento Jeggiadriffirro di fuori,
di cordclle, e con color! piil. dellcati, una cin–
tur tta di Íeta mezzo traíparente, con la qua–
)e fi:herzava no gJi zeliri , due ale fomiglianti a
quelle dcll' Amore, di cui--tJ bello Silfo era l'
immaginc: tale era la figura chimerizzata da E–
Jiía,
il cui animo ingannato, e trattodalla fan–
tafia deliderofo fofpirava per la fua cara fi n
ziona.
So~liono
naturalmente le no!lre plu domeíli–
che , e vive idee rifvegliufi al tempo del fon–
no; onde poco ando, c'he i fogni d' Elifa le
fe.
cero credcre, che la foa chimera ave!fe
in
fe
qualtofa di reale, ed effertivo.
JI
Volange ficurillimo di non elfere amato dal–
la moglie, potea Lene a
fuá
polla efplórai"C , e
fiudiare
l
fuoi anJamenti con occhio gcloCo :
r itrovava in lei con le fue ·usuali una cetta man·
fucta allegrezza, una cónveríazione facile ;
e
talvolta anche una cert'aria d'amicizia ;
ma
no11
v·
avea ancora uomo veruno, che ave!fe ricevu–
to da lei accoglienza rafe, ch'egli
fe
ne
potef~
fe sbigottire. Con
~li
uomini manteneva guar–
datura fevera, aria fdegnofa , freddo contegno
poco j>arlava, aícoltal'a a pena ,
e
quando
ir1
faccia non mollrava noja, n'avea fcolpita l'im–
pazienza. Era cofa da non poterfi concepire :
in
quell' eta non aff<ttuofa, non civettina
!
Fi–
nalmente
li
ícoperíe da
fe
fenta avvederfene.
L '
opera di Zelindoro, effendo nueva , facea
in
Teatro la piu bella rlu(cid. del mondo. Sta,
vafi
Elifa a core!lo fpettacolo nel fuo palchetro
con una. delle fue Donne , da leí
tenuta per
mol'o amica. A Giuílina conlidava turto , non
ef-