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do hanno il torto; e sl rigoroli quando l'ahbia–
mo noi; lianno ta neo poco fcrupolo intorno a'
mezzi di (edurcí, e d' alfoggeccarci , che. il dar–
ci loro In balhl farcbbe non
folamcnte
impru–
denza, ma debo lezza. Bene, le
ri(po(c
il Sil–
fu', ma lo pocrelle voi crcdere? Tueco quello ,
che voi rinfacciare agli uomini, noi
lo
1
infac–
ciamo alle Silfic mafchic.
~1ando
li tracca di fi–
ghoreggiare gli ípirici non v' ha arcifizio , che
non mercano in ufo ; man fuete, inGnuanEi, fer–
tili in raggiri; ma quando foo0 ficure una vol–
ta della loro fuperiorica; eccoti fubico una ca–
}!>ricciofa,
e
•lfoluta volonca, un' imperiofa
fu–
perbia Coceo alla quale dee ogni cofa piegarli ,
prendere il luogo della timidica, del la manfue–
rudine, della compiacenza, ne alcri
s'
accorge
che avrebbe dovuco odiarle ,
fe
non dopo ch.'
cgli n'
e
llaco innamoraco . Q_uello caractere ,
che
princip~lmence
in Joro
e
domi<Jatore ' ha
rurtavia
le
fue eccezioni : e lo
llcílo avviene
fra gli uomini . Ma fiane, che li vogli
a,
lamia
cara E lifa, noi non avremo piu , che
fare
ne .
coll' un mondo, ne
col!'
ahro'
(e
voi amate me
come io amo' voi
~
Addio,
I'
obbligo mio , e la
quiere vofira
mi
collringono a lafciarvi . Il Cic–
lo ha
~ffidaco
a me l._ cu/lodia della
ílella
vo~
fira, ed io vado a reggerne iJ corfo . Poífa e!fa
fpargerc fopra di voi la piu profpera influen–
za .. . C:::ome
(
cosl tollo ve n· andace voi ? ..•
Sl per riveddervi dimani all'.ora fielfa . Addio .•
Ma no: due parole aucora. Pofs' io avere una
confidente? . .• Una n' avcre: quclla vi bafii.
Giullina vi vuol bene, ed
e
cara a me ... Q_ua.l
nomc le diro quando le
fa
vello di voi? ..• In
,¡
lo fono chiamaco
Valoe
,
e
nell' idioma de'
To:rn.
111.
D
Sil-