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sil6,
quello nome llgniílca
tUll•
"nilh.(•••
Ah
!
che dappoich'io v'ódo fon llene anch' io mcri–
tevole dí quello nome
!
Allora il Silfo difparve.
Nuorava
il
cuore d' Elifa nell'aUegrezza, ed e–
ra:
pencnura al' colmo de' fuoi deliderii ,
quan~
do occupata dai fuoi dolciffimi pdnlleri , vennd
coita,
e
legara
i
Jenli del fonno.
Giullina vcnbe ammaefirata di quant<l era av–
vcnuto, e non ebbe di bifogno di
ripererlo al
Volange, a cui folamcnte dilTe,
ch'
egli avca
lafciata la moglie come in
~n
inca.ncelimo .
~
ctucílo baila ancora, difs'egll ,
nía
voglio , che!
in que! tempo
¡.,
cuí lla da lei lontano
il
fuo
Silfo , tutto le richiami ali' animo
I'
amore di
l uí. Tu Jeggi
nel
fuo cuorc,
ru
fai quali fohd
i
piaceri fuoi; e pero fa che
cu
m' informi di–
ligentemente di quanto
ella
di!lidera :
e 11
Si l–
fo
fara
per modo, che parra che tueco
indovi~
.ni .•• Verfo la fera
Elifa
pcr trovarli pii\ in li–
berta, ando a
pallc~giarc
fola con G1ullina in
uno di que' magnifici giardíni ,
che
fono orna–
mento di Partgi
¡
e
~omecche
non avdfe alero in
cuore, e ne! cervcllo, che il fuo Silfo, peruna
certa inclinazione nelle r,iovani donnc natura•
Je, rivol(c gli occhi al vellito d' una femmi–
na non conofciuta.
Oh!
galante vellito , ch'
e
qu•ll
, gridu:
e
Giullina fece fembiante di non
averla udita •
Ma
avc:ndo
I'
accorta ferva udi–
to
a
proferirle il name della Donna cGsl bene
alibigliata fe tennc
a
mente , e Jo dille al Vo–
lange.
Eflendo venuta
I'
ora atfe¡:nata a!la convcrfa–
zione,
E
Jifa mecteli a letto, e non si tofio el–
la
li rirrovo íola, ch' ella dilfe
:
Caro
il mio
T alo',
ti
fe!
ru
dimenricaco
di
me
?
h nzi egli
v'
at•