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~

50*

~~~~A~A

sil6,

quello nome llgniílca

tUll•

"nilh.(•••

Ah

!

che dappoich'io v'ódo fon llene anch' io mcri–

tevole dí quello nome

!

Allora il Silfo difparve.

Nuorava

il

cuore d' Elifa nell'aUegrezza, ed e–

ra:

pencnura al' colmo de' fuoi deliderii ,

quan~

do occupata dai fuoi dolciffimi pdnlleri , vennd

coita,

e

legara

i

Jenli del fonno.

Giullina vcnbe ammaefirata di quant<l era av–

vcnuto, e non ebbe di bifogno di

ripererlo al

Volange, a cui folamcnte dilTe,

ch'

egli avca

lafciata la moglie come in

~n

inca.ncelimo .

~

ctucílo baila ancora, difs'egll ,

nía

voglio , che!

in que! tempo

¡.,

cuí lla da lei lontano

il

fuo

Silfo , tutto le richiami ali' animo

I'

amore di

l uí. Tu Jeggi

nel

fuo cuorc,

ru

fai quali fohd

i

piaceri fuoi; e pero fa che

cu

m' informi di–

ligentemente di quanto

ella

di!lidera :

e 11

Si l–

fo

fara

per modo, che parra che tueco

indovi~

.ni .•• Verfo la fera

Elifa

pcr trovarli pii\ in li–

berta, ando a

pallc~giarc

fola con G1ullina in

uno di que' magnifici giardíni ,

che

fono orna–

mento di Partgi

¡

e

~omecche

non avdfe alero in

cuore, e ne! cervcllo, che il fuo Silfo, peruna

certa inclinazione nelle r,iovani donnc natura•

Je, rivol(c gli occhi al vellito d' una femmi–

na non conofciuta.

Oh!

galante vellito , ch'

e

qu•ll

, gridu:

e

Giullina fece fembiante di non

averla udita •

Ma

avc:ndo

I'

accorta ferva udi–

to

a

proferirle il name della Donna cGsl bene

alibigliata fe tennc

a

mente , e Jo dille al Vo–

lange.

Eflendo venuta

I'

ora atfe¡:nata a!la convcrfa–

zione,

E

Jifa mecteli a letto, e non si tofio el–

la

li rirrovo íola, ch' ella dilfe

:

Caro

il mio

T alo',

ti

fe!

ru

dimenricaco

di

me

?

h nzi egli

v'

at•