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ricooofco di quaoco io lia debi[ore alla vofüa

compallione.

non

c'e

alt

ro, che ma reri;a

pu ra e fernpliciffima, rifpofe il Vifcoo[e: qual

voi

vi

lia1e, fiete cofa per me , vi fümo,

e

vi cornpiangn ; e

(e

v'abb:10dC'oo al la vofira

malinconia

lie[e un uomo perdu[O

, Sarebbe

peccato, e lo Sta[o ,

in cui vi 1·eggo, non vuole

ch'io v'abbandoni , Fra un mefe io mi p2rto

dalla campagna, ho un luogo da potervi darc

nel Ccccbio; e lia a ci1olo d'arn icizia , o di

riconofct>oza, voglio , che

I'

acceniate. Ah

!

d ifse Alcd le , perche mai non pofso fario

!

Avere, voi, glidiílei! Vifcou1e , ot\acolo ,che

vi ri[ nga? Se la fortuna vollra

e

fcoonrta•

[a, io mi lufingo , che non fare!le uomo da

arroffire di conftfsarmelo. No, difse Alce!le,

io

fouo

piu ricco, di quel, che abbifogoi ad

un uorno folo . Ho diecimila Scudi c'eorraca,

fenza un daoaro di ' debiro •

Ma

cagioae di

maggiore importan za mi riciene in queflo luo.

go .

Ne

faro

G iud ice vo,i . Vtniie duoque

a

cena

in c<mpaga ia nollra, ecl

iocerminero, lepo·

ero ,

di

cacciar vía qut11e ombre.

Voi vi f•bbricare in fanias\a un ldra, gli

diíse efsendo in cammino , di quanto avere

veduco nel mondo di vizioío , e di rriflo. Vo.

i.:1e

voi prova re a quaato

li

riduce la clafse

dcgli U<·mini, cbe vi

da

tanto fpavento?

Pate

llaf:Sera meco una noia,

e

ci giuoco, che delle

perfonc,

che avete ragione

d•odiare, non po-

trctc