quale fi!mo anche rutci cirati: ora qual
e
di
noi, che confenta di venire accuf¿to ful fon.
dam~nro
di prefunzioni incerte , e condanna–
to fenza prove. Configliatevi, e guardate in
voi !lefs , fe ubbidite beoe alla prima legge.
Camminava Alce!\e con gli occhi ba!Ii ,
profondameote fofpirando. Voi avece, gli di f.
fe
il
Vi
r~onre
, nell' animo qualche profunda
ferira , alla quale io non po(fo giungere ,
ni:
riconofcerla • lo
fo
conrra!\o fnlameote alle
volhe opiniooi, e chi fa che le vofire pa!Iioni
non
fi~no
quelle, che abbífogoino di rimedio.?
Dicendo que!\e parole giungono al Callello del
Signoredi Lava!; e forfeavvedimenro ,o riguar.
do, Orfola'fi fpicca da loro, e gli lafcia infierne.
Signare, di!fe Alce!le al Vifconte
!
vi par–
lo ora come -ad un amico di venr' anni; la
bonta vo!\ra m' invita, ed il mio dovere a cio
mi collringe. Egli
e
pur troppo vero, elle
COll·
viene , cb' io abbaudoni curto quello , che fa.
cea la confolazione , e la del izia del la vira
mia, ed il piacere di veáervi, e di
vi~ere
con
voi •
U
a alero farebbe ufo di raggiri , e ar.
ro!Iirebbe di rompere il úlenzio: m1 nella mia
difgraiia non trovo cofa da avernela a diffi.
mularc • Non bo poturo vedere con indiffe.
renza, quaoro natura ha facto di
pi~t
perfet·
to :
lo conferfo
ni
Padre d' Orfola , e ne lo
fupplico
a
fcordarfelo , dopo aver da me ri.
'Cevuto
l'
ultimo
addio. Come! diífe il Vifcoa.
te,