Q.!1 ando t\lcelle, vide Madámigelladi Lavai
éotrare per Ja prima vol¡a in fua caía , gli
parve, che il foo foggioroo , li cramucafse in
un
cempio, Lo colfe improvvifa l' allegrczza,
ed il rifperco; tna l'impreffione della rnalinco·
oia, vedeali ancora in cutce le fue alteratce
fattezie
della fdccia ; Che
cl
dunque flato ;
Alcefie, gli
di[se
il Sigoore di La val? Vi tro.
vo afllino
¡
e
voi cogliete que!li momemi, per
fug~ire
da me? Ci credete voi forfe di quelle
perfooe, ¡;he non vogliooo viñ malinconici,
e
che s'abbia ad andar loro
da
van ti rideodo
[em–
pre~
Quaodo
fa
rete quleió
¡
e contento , ri·
ma ncrevi in ca
fa
vol\rá, qua oto vi piace , má
qu•ndo avece qualche difpiacere, clovece venire
a lameniarvj, o a coo!olarvi meco • Alcefie
rinteneriro l'afcolcava , ed ammirava in tileozio¡
S¡,
gli difse , io vengn colpi10 da uo peoliero,
che mi perfeguira
¡
e mi cooirlfia: non voglio,
ne
<lebbo a voi dillimularlo.
M'e
tefiimonio il
ciflo, che dopo d'avere abbandonaro
jJ
mon,
do,
1
on
deliderava piu cofa veruna, quando
vi cooobbi . Dopo feoto che m'abbandooo alla
dolcezza della vofira tomp1goia; che J'anima
mia li
lega
a voi
con tucti
i
nodi dell'amici.
2ia, e della fiima ;
e
che quando
av
ro a roro.
pergli , oime
!
fofse per fempre , quefio ritiro,
ene mi farebbe flaco cosl caro, non fara piu
per me altro , che fepoltura. Adunque lamia
rif< luzi ne
e
prefa di non amndere , che
il
'foa.