eíf re
UOd
fil
g lio::comcl'dltn: .•• 1puoc1ederea
N ol
credo .
Se
lo creddlilarei1roppo10giufto •
Ella
formera la felicica , e
1
'onore d'un mari.
to, s'egli e degoo di leí. Ed
io vivero foto,
ifolaco da runo , abbandonaro , e fpr<'fondato
nel nulla: perche poi convien pur coofeífare,
che !'anima
e
aonichihca , quaodo non arna
pili
nulla . Che dico
t
O ime
!
le
io
non
piii
amat1i , mi farebbe can ro cerrc re qudlo ripofo,
e
fon no dell'anima
l
Idea luli n¡\hevole di
mag–
gior beoe, cu
fe cu , che mi fai fencire la va,
cuica, e
la onja di me ilerfo .
h
!
s'io volea
a ver cara
la folicud111e fe mpre, dovea io
maj
ufcire di quella ?
T ali riA ffioni
e
combarcimemi,
1
fprofon,
darooo in una rri!le
:z.za, ch'cgli giudicoa'aver
a ccnere occulca . Palfaci m rn ginrni, maravi–
gliandoli
il Vifconce di non vedcrlo, mandq
per fapere
fe
folle
in fermo. l\ .lcdle rifpofe,
ch'effe11 ivameore da qualche cem po non avea
troppo !mona falure.
L'~niraa
fen libile d'Or·
fola, venoe cocea da ral rifpoíta. Dopo
Ja
Ion.
ra naoza di lui, avea avtoto qualche fofpc tCQ
della veri<a; oc
fu
piu p<ríuar., e
li
rin fac–
cie dell'avergli cagionata atAizioue, Arodoamo
a
~ilicarl o ,
le difse
il Viiconce.
11
lun ílaco
mi
f;t
compa(lione.
Oh!
ligliuola mia :
gli
e
pu re una mifera , e pennfa riloluzione, qud la
,del
vi
ve
re
fo
lo,
e di ba
íta re
a fe Ta nen
e
1
9
p9¡µ0
pebole
1
cbc
non puu
foileoe,Ja .
F
3
Q\¡a~