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pcr poterli determinare . Egli me l' ha letra, dif–
{e ad
A
gata •• E cosi? .. E cosl, e triíla •• ,
Q_ueílo fofpctto avea anch' io .. Vuole, che io
la dia al Teatro fotto
il
mio nome .••
E-
voi ,
che ne dite? . . Che vuole, che paíli per cofa.
mia . .
t-h:
Celicur lodiamo di tal avvenrurail
Cielo!
e voi avete accettato
? . •
Non ancora ,
ma faro obbligato a fario .• Tanto meglio •••
Vi dico, ch'
e
peílima, dolorofa •• Emeglio an–
cora •. Caícherii .. Meglio, vi dico, meglio , ogni
cofa
s'
ha ad accordue . Celic1u di travaglio , e
dolore non dorml. La mattina vegnentc ando a
vi titar lo Z io , e gli di!le, che non v' era cofa,
alla quale non
fi
determinaíle piuttoílo, che far–
gli difpiacere . Non voglio pero, diíle l' Intcn–
dence, fporvi con imprudenza : copiate
la
Com–
rnedia di vollra nuno; e
la
l~egerete
poi aeli
;unici nollri, che fono eccellcnti giudici; e quan–
do elli non crcdano che lariuícita dcbba eficre
infallibile, voi non fiete ol>bligato a cofa vern–
na . Solo un punto vi domando , ch'
e
<¡llello
dello lludiarla per Jeggerla bene . Tale cautela
rimiíe la fperanza in corpo al giovane • Ho ,
diíle ad Agata, a
leg~ere
la Commedia agli a-·
míci fuoi; quando eíli dieno giudizio, che non
fia buona, mi laícia libero da! darla alla (cena.,
Parra loro buona, e tanto meglio; guai a noi
fe
pareHe loro trilla, faremmo rovinati .. Spie–
¡ atevi . Che velete voi dire?. Andate vía. no11
abbia1110
ad e!fer veduti
infieme
, Avvenne
quanto ella avea predctto, I Giudici fi raccol–
fero, l' Intendente parlo avanti Joro della Com–
mcdia come dºun miracolo; mallime trattandoli
che !'era cofa d' 4nPoetagiovane. IIPoetagio-.
v¡¡nc
leíle
qu4nto meglio fep¡ie_, e tutti íeguend0.
l'efelll•