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p
f~
~~~~A.~~
quali tríonfavano della
íua
caduta; e che
veden~
dolo gli volrarono le (palle. Oprcffo dalla ver–
' gogna , e dal dolore, ando alla caía del vero
Aucore, e prima d'ogni alcra
éQfa
domando d.
Agara: e pote Jiberamcnte vederla ,
poic~e
lo
Z io
s'
era rinchiufo nel íuo llanzi
MO •
fo
ve
l'
avea predetto:
e
caduca' e vergngnofamente ca–
duta, dillc Celicur , gittandoli lopra una íedia
d'appoggio. Tanto meglio, dille Agar.. . . Come
tanto meglio? Q_uaudo
l'
amante vollro
e
di ver–
gogna capono , e
fi
rende per compiacere a voi
Ja
f•vola, e lo ícherno di curto Parigi
!
Ah
!
qu~llo
e
troppo . Non Signara mia, non
e
que–
llo il tempo di íchorzare. lo v' amo piu che la
vita mia; A'la trovomi in illato tale d' avvili–
mento, che (a roi capace di rinunziare e la vi–
ta.,
e voi medeG 11a. Non
(o
come non mi tia
ufcito di bo€ca il fegrcto . Poco
fo
ch' io mi
tia efpollo al difprcgio pubblico , que! crudele
del voílco Zio anche mi vi lafcia efpoílo , ed
abha11donar0. Lo c•rnofco, fara egli il primo ad
arroffire di vcdcrmi: e quello appunro, ch.- ho
fatco pcr ottenervi, me ne toglie forfe la fpe–
ranza pe.r fcmpre. ApparccchiG egli tuttavia
a.
riprcndere per
fe
lii
ÍUA
Commedia o a
conce~
dermi Ja vo!lra mano. Q_ucllo
e
il Colo modo di
confolarmi, e d'obbligarmi a tacere. M'
e
ce–
fümo11io il Cielo, che
li
foílc potuto mai dare,
che !'opera folT'e riafcita, io n'avrei datotucco
l'onore a lui:
e
caduca' ne fopporco la •erg..-
gna; m>.
e
uno sforzo d. amore di che lola voi
pocece clT'erc iJ prezzo.
s·
ha pure a dice il ve-
~l~ ;d~~~e
1
~u~:n1;n~r~~¡c~~!a~Í vi~d~~fitc~bi.!i
pee un alero .•• Grudele: canco che noa vorre(
1
fare