aria oneíl:illima, ed un deceorilfimo coore.
gno. Pecearo, dicea , che cadefse in ma.
le mani: riulcirebbe di lei una perfecta mo–
glie. In verirll quanro vi penfo piú, e piú
mi cnnfolo dell' aver per vicino il padre
di leí :
e
un uomo retro, un· galanruomo :
non credo ch' abbia la cella molro giulla ;
ma ha il cuore eccelleote.
D i la a qualche ¡;iorno
il
Signor di Lh
val pafseggiando, glirellicu¡fa vilita: e AJ.
celle gli parlo del piacerc , che dovea ri.
fenrire nel fare uomini felici • Bello
efem~
pio, foggiunfe, e raro efempio, con vergo–
gna degli uomioi. Q_uanri piu ricchi, e piL)
porenr
i
di
voi
non
fo
oo alero che carico a'
Popoli ? lo
De
gli
fe
ufo , ne gli bialimo
ru([i rifpofe il Signore di Laval • Per far
del bene, bifogoa porerlo fare, e quando
fi
puo , con vien anche faper come fario • Ne
crediare che lia cofa facile il veoirne
ali'
efecuzione • Non balla la fomma abilira ,
conviene anche a
ver
molra forru na :
e
n~·
cefsario rirrovar da rratrare fpirici giufii ,
di feo no, e docili ; e lpefso occorre ma lea
deftrezza, e pazienza per guidare il popolo,
per natura timido , e fofpecrofo,
a
cofe che
gli
fono di vanraggio • Veramenre , difsc
.Alcelle, quena
e
la fcufa, che s' arreca in.–
naozi; ma credere
voi
i{l effetto , che
c<'~i
fia ?