dilk , non vi maravigliace di qui vedere un
íncognico. Non
e
I' oziofa curiofica , che
qui mi conduca. Q_ueíle buone perfone pof:
fono in cosl sforcunaco momento aver bifo·
gno di foccorfo ; e vengo ••• Signore , gli
dilfe il Vifconte
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i miei Paefaai vi rendo.
no grazie: Spero linche faro in •ita , che
non abbilognino d' alcuno,
1
e le i danari
Pº'
teílero allungar la vira d' un uomo giuílo
1
queílo buono, e degno padre di famigli¡i ,
farebbe renduco a'fooi figliu oli. Ah ! Signo.
re , dilfe Alcelle, riconofrendo a tal modo
di favellare, il Signor di Lava! , perdona,
remi s' io ebbi un' inquietudine
¡
ch' io non
dovea rifentire. Non m' arreco ad ingiuria
¡
ripiglio il Signare di La val, fe e'
e
chi mi
combatte per gareggiar meco in un' opera
buona; ma pols' io fapere cbi voi fiare , e
a ene Vén ile in qneílo Juogo
i'
Udendo
il
nome d' Alcelle
1
gli fovvenne fubiro del
critico de11Ji uomini
1
la cui rigidezza era
palde; fcnza pero prenderne rimore : Si.
gnore, gli difse, ho caro afsai, che mi fia.
re in -.cinanza
¡
e fe in cofa aleona pofso
fervir vi
1
pregovi , difponece di me.
Alcelle ando a vificare il Signor di La•
val, e vi fu accol to , con quella femplice
1
~
foda onella , che fa
~edere
non bifoguo
ne
deliderio di fa r legami , Beco, difse fra
le
1