Gli
e
delTo, di cerro, gl1
é
delTo: le d11fe.
ro , noo l' abbiamo ved uro alrro, che uo
momento, abbiamo dato frnrenu di quello,
ch' egli
e:
uomo afpro, rifoluco, che vi
fa.
r:\ iofelice . .•• Fino a qui m' ha parlato
fempre con modi amichevoli ,
e
vero , ch'
egli ha d lle mallime cutre fue, ed.uoa ma–
niera di
vivere,
che poco fi conf:\ colle
ufanze del mondo, ma •••
Vin
folo, ri·
piglio Olimpia, e
ci
Jatci
divercire in pace .
Gli domandate
voi,
che vi
llia
alle caJea.
g na
?
Non e'
e
uomo al mondo di coi
ú
potra far di meno , piu che il Marica ; ed
io non
fo
vedere , che voi abbiace bifogno
di íuoi avv ili per ricevere chi
vi
piace, e
per vilicar cbi vi pare? Nao , Sigoora , rif.
pofe O rcenfia, onn
e
cofa facile qua oto
voi
l'
immaginare, nell' eca mia non curare la
volont~
d' un Mariro, ch' ha ufati coslamo.
revoli tratti meco . Oh! oh! ella
s'
e
piega·
ta ;
ecoola foggiogara , ripiglio Arcenice.
Ah ! fanciulla mia, cu non fai che voglia
dire cedere una volra ad un uorno , col quala
s'
ba a liare in vita. l Mariti oofiri fono i
noíhi Tiraoni, fe non fi
Ji
no fchiavi • L'
auroritA loro
e
un tCJrrente , che ad ogoi
palfo ingrol'.fa: non
fi
puo arr Harlo alero ,
che alla forgence ; e io vi parlo con vero
conofcimeoto di ca ufa: per
~ere
avuro due
volte la difgrazia di e mpiacere ¡I MaritQ
mio ;