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pecco menerfe qualche alrerazione dem ro al

cuor fuo ne feocimenti di natura ;

fe

la

li.

ducia,

cb~

ell' ha in

voi

li

rninor~rfe

,

fa.

rebbe perduro ogai cofa . T una la mia !pe·

ranza

e

ripo!la oella bonta del

fuo

cuore,

e non polliamo valerci d' altro rnezzo per

fare , che quetla non

inafprifca ,

foorchc

adopera re ogni dolcezza • !afine

infine, io

la

pongo a prove per l' eta fna crudeli, cd

a

voi

tocca foílenerla •

loutili furono tali cautele • Foíle vanirl,

o dilidtezza Ortenlia , ebbe tanro vigore da

porer diffimulare, e na fcon<iere i fuoi difper.

ti agli occhi del Padre . Va bene dirfe il

Lufaoe , ella

fa

viocere

fe

!lerfa , dalle fo.

le anime deboli aulla

li

puo lperare. JI gior.

no fegueote

ú

praozo a quattr'occhi in pro.

fondo li lenzio. Al levarli da lla

tavola or.

dino Onenlia , che

s'

arracca!fero al cocchio

i

cavalli, dove andare voi ,

le domandb

il

Marito? • • • • Afare le mie fcu fe , Signo.

re, dell' incivild ufara ieri •• • Poichc

ca–

si

pur volete, Ortenlia, andace; roa fe

1c.

n ete conro della mia quiete , prcndere

l' ul.

timo congedo da corelle doooe.

Arreuice, ed Olimpia , alle quali la Si.

gnora di Fierville avea oarraca la Scena ac·

cadutale col Lu íaoe, s' avv idero molto be.

ne, che

il

Marito era flato quello

che non

1'

avea lafciata andare al Teatro

c~n

loro.

Gli