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liíéz

-

-

vccchio

a:nabik-.~Egl\

ha una figliuola ama•

ta da noi

1

e che noi intendiarno di

rende.

re felice. Amici miei, ajurateini a

ritenerl~

fra noi ; Amore

1

natura, e amitizia s' uni•

Tc3Do d' accordo, e cofpirino a renderle

la

fua caía pili. grata cgni giorno. E' pareara

da pregiudizj dell' et:\ fua ver to il mondo:

ma quándo

:ivra a!Taggiate

le d.okezze d'

una com pa!l,nia virtuofa , poco

fara

tocca

dal mondo vano ' Mentre elle

il Lufane

parlav~

fo

taÍ forma, il vecchio Felizondo

1

non pote trattenedi dallo fpargere alquante

lagrime • Oh ! ahiico mio , gli dilfe,

firio'

gendolo fra le fue. brnccia , beato que( Pa.

dre, che

pilo

l:ifciare lá fua figliuola io co.

s'r buooe niani

!

Di

IA

ad

~n

nionieñto giunle ia slgnora

di Lufana: Tutti gli animi le volarono all

1

Ínconrro

;

ma

ii

fu o non era

foddisfatto •

Malchero la fua malávoglia;

fotto la rifer·

dell a cerimonia, e della civiita ; beoche

folfe frria,

pan

e pero a tutti

amabile ,

e

garba ra

,

tanto. polfono ie grazie naturali

abbellire ogni cofa •

Si giuoco •

11 Lufane fece oíl'ervare ad

Ortenfia cbe tutta ia fua c:ompagnia

facea

picciolo giuoco : e quefio appunto, dicea,

e

il

modo di confervarc I' unione , e

(' alle·

grezia Giuocare ingrolfo ,

tiene occupati ,

t:

alieoati gli a11imi: da dolore a coloro che

per•