~
r6*'
ra,
per meglio eleggere
l'
occalioné
da
ma•
nife/lare
il
fuo rifeucimencn •
La matcina
il
Lul'ane
le domando
fe
aveffe faua la
fua Jifia.
Non, Signare ,
¡:li
ri fpofe
1
non ancora, ne la faro . Q_uefia
e
la mia, eccola ,
rifpos' egli , fenza neffuna
commozione: leggete ,
fo
ne! numero degli
amici miei, o de' vofiri io n' abbia
la
fciato
foori qualcuno, che piaccia a voi, e che ci
convenga ... Signare
1
gia
ve
l'ho derro; io non
m' impaccio punto, ne' regolamemi vofiri ,
e
pregovi una volea per fompre ,
che voi
non vi diare pen!iero de' miei. Se le nafire
compagnie non vanno daccordo ,
facciamo
quel che tutti fanoo, dividiamole , fenza an–
gufiiarci .
Voi abbiatevi a pranzo coloro
1
che vi fono cari : io invitero a cena le per.
fone, che fono care a me ...
Ah!
cara Or.
ren!ia mia' quanto
e
la vo/lra propo!izione
loatana dalle mie mal!ime :
fare che que!!&
v'
efca di peafiero : quefi' ulo non
fara
in
ca
fa
mia fiabilito ruai. La rendero, q uanro
piu mi fara poffibile, del iziofa per voi ; ma
di grazia con difiiuzione fra' vofiri amici ,
ed i miei. Srafer a i contenuri in quena no.
ca,
far•nno invitad cutci a cenar con voi •
Fate loro, grata accoglienza , ve ne prego
caldamence, e acconciacevi
I'
animo a viver
con loro . Detto cosl ,
(j
riciro, laf.:iando
(;i
Ii/la