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tro

nou refü , che ubbidirgli. Ecco ; come

vengono guallati. La cugina mia, era una

femmioecra di picciola Jevatura da darle

quanra noia li volea. Le parea d' e!fere una

Reina , fe il marito li degoa va di forrid ere

cosi un poco; e quando ne riceve11 una ca•

rezza el!' era cosi contenta , che veniva ad

efal rarlo a me come un uomo caduco dal

.i;ielo.

S\ ,

di certo, egli fi crede, coll 'efem·

pío dell'alcra, ch' io non abbia alteo peo.

fiero , che quello di

fa

re

a

fuo modo : s'in·

ganna , egli

s'

e

ideara di condurmi per le

cordelliae alle fpalle come i fanciull i: oh

!

oh

!

gli faro veder io , che non fono

pi~

,bambina.

Fin da que! punco

l'

aria dilinvolca ,

franca, e pieaa di vezzo, che avea mame–

.nuca coJ Lufane , fi volto in un' aria fred–

da, e rifervata, della quale egli benifiicno

.s'

accorfe, ma non le diede fegno

l'

e!ferfe–

ne avveduto. Ella avea gia parteciparo il

·fuo matrimonio a quello fciame fpea!ieraro

.che li chiama amici. Codera in calca

a

ral–

.legrarfene;

ne

pott

fa

re a

meno il Lufa.

n• ,

per corcesia d' andare coa eCfo lei

a

rel~ituire

le

vi

lite; ma coorra!fegno le fue

civilta coa dil!iuzioni cosl patenti, che Or–

ren!ia pote facilmenre ric

0

nofcere quelli ;

,ch' egli volea rivedere.

.

Non era di qucllo numero una cerca

Olim.