bifogno di me: rifpeuo poi alfa, mia coro.
pagnia , voi
fa
pete pu re, ch' io non pratico
alero, che perfoue Jabbene ••. Non fi coa–
fondano da noi, amica mia cara , le per.
fooe onefie , e perfone dabbene ••• Si, la
vo.
fira difüozione la capifco ; ma in materia
di co¡¡afcenze, non
n.
dee UÍdre tan te clifli.
colea • ll mondo , fia qual
fi.
vuole mi da
divertimento ; ed il modo mio di vivere ,
non ha in fe cofa , che non fi confaccia col
decoro della vollra condizione : la togata
non fono gia io, e non
fo
cornpceodere per–
ché Madama di Lufana folle piú obbligata
a tediarfi, di quello, che lo fo!fe Madama
di Valfen. Sicch¿ , caro il mio Prefidente,
fiate grave voi , quaoto vi piacera; ma non
Yi diípiaccia, che
Ja
moglie vol\ra íia un
po lvencaca ancora per qualche anno
:
ogni
et~
condurra feco que' gulli , che le con.
vengono. Gli
e
peccaro, r1piglio il Lufane,
ricondurti alla ferieta, poiche ru fe' pur gra·
ziofa quando fcherzi. Tuteavi a
s'
ha a par–
larci ragionevolmente • Nel mondo ami cu
fenu fcelta tuno quello , che compone
il
M ndo
?
••. In parcicolare no ; ma in ge–
nerale , curto quel mifcuglio mi piace a!fai •.
Come! 1 rrilli per elempio? ••• l trilli han.·
no anch'effi
il
loro proprio garbo.-· Han·
no , quello , di volcare jll ridicolo le cofe
piti
femplici
¡
di dare un' aria di colpa alle
piu