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Non mddellia: queíla affoga gf' ingegni . . .
Di~
-
fpcnfatemi,. Lo Í•rcte. E' un
componimento ,
a cui frete attiflimo , e che vi
fa.cafomm'> onore.
Mia Nipote
e
giov;rnc:, e gentile. Chi ha fanta–
fia, e ani ma , con fiffatto argomento alle mani non
reíla in
(eco .
Lo
(polo,
io ve l' ho gia derto,
<!:
uomo raro. Non
v'
ha perfon.a, che del le colean–
tiche s'intenda quant'egli . Ha uno íludio di me–
daglie da lui ílimato quarantamila fcudi . Dec an–
che anda re a
~ifitare
le rovine d' Ercolano , e
poco m:uico, che non facelfe il viaggio di Palmira.
Vede te quanti quadri vengano da tutti quefli far ti
rapprefentati dalla Poelia. Ma clic vo io dicendo?
G ia vi
peofate. S1 , vi veg¡:o in
faccia quella.
profonda medicazione , che cava i germi del!"in–
g~~no,
e alla fecondira gli difpoRe .' Su preflo,
íu
andate, impiegate, non perdete momenti cos).·
prezinfi .
Vo
aoch' io ad iminergermi neJlo lludio.
Celictu· fuor di fe pcl dolore di quanto avea
udito,
ti
llruggeva di rivedere Agata. La mar–
tina veg_
nen.tepre
fe
il pretello d' andare a pren–
dere conliglio dal lntendentt;, e primad' entra'
re nel fuo gabinetto .domando
s
Ágata era le–
vata . Oime, le diífe, voi vedete un uomo dif–
pcrato . • Di che? che avece? •. Son
rovinato :
voi fpo(;ice il Signor Lexergue •• Chi v· ha detta
quella favola? •. Chi? il
~ignor
Fintac, cgli di
íua bocea •. p avvcro? .• Ha impoílo a me di
fa–
r e
il
voílro Epitalamio . . E fara bello! .. Ride–
re? Vi par bella cofa l' avere per maritG> il Sig.
Lexcrgue? •• Belliffima .. Ah ! arudele , almeno
per me, che
v'
adoro, e rimango fenza di
voi
?.••
Agata I' interuppe ful punto , che
le fi
volea
gittare alle ginocchia. Veramente momenti ta li
di
fcompi~lio
fono molto • propofüo per
far~
.8
3
una