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hoi avra

IA

fua

caía ; e

ci

íiamo accordati

di lafciue a

voi

la fcelra .

A

tali parole Coraly guardava Giuliecc:i

con gli occhi immobili fra dolore ; e ma–

ra viglia. Son lo ; dils' ella; la cagione, per

cuí volete abband.,nare

il

Ndfon. V ui ave.

te dilpiacere; ch'

~gli

mi

v<iglia bene; íiete

invidiofa di quolla piera ; che gl' lnfpira- una

p vera orfa nella. Oirne

!

¿¡

che non avrece

invidia

fe

l' avece ddla pieta; fe 1' invidia.

'te a colei' che v' ama ; e che per

voi

da.

rebbe la propria vita ;

ch'

e

il fofo beoe a

lei rima

fo?.

Siete ingiulla ; Miledi, sl, íiece

ingiu!la • Perche voílro fratello ami me ,

non ama pero meno

voi ;

e

fe

fo íle poffibi–

le,

v'

amerebbo

di

p;u

1

perche i fentimenti

miei paAerebbero oell' anima Jua, ed

io

non

alero poíl'o iípirare in lui verlo di voi, fuor.

che compiaceoza , ed amore.

Pote bene Giulictta sforzarfi quaoto

vol.

le a períuaderla, che il Ndfon, ed ella

li

dipartivanu con buona amicizia

fra

loro •

Non pub daríi , ritoccava l' lndiana ,

non

puo , no •

11 vivere casi

iníieme era ogni

vollra delizia • Poi da qua! tempo io q

u~

v'abbi rc•goaoo due cafe ? Le perfooe, che

li

vngliooo bene , mai non íi rrovaoo In an.

'gufioa di luogo: piace

I'

allonranaríi a que'

:fili, che s'odiano. Voi,

h

Dio!

v'odiere.

'fle voi mai? ripiglio: Chi pocra piil amar!i

.

ál