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~

15

* -

~~~~~~<A

in un giardino ne! qua!e avea

I'

Intendente !' at–

te11zioile di raccog!iere

'tttt~e.

quellc piante

l-a–

re che

1i

vcggomi ln ogni luotu .

Fra l'

a!tre,

meravig!ie v'avea uh cavolo di vari colori am–

)nirato da tutti gli lludiofi di Storia natura!e.

Le fue pieghe, Je frange, la várlera mefcolata.

dei colori fuoi erano la pit\ ílupenda cofa del

m ndo • Mi

li

mofiri , dicea

il

Fintac , una

pianta foreíliera fatta da natura con maggioré

e piu attenta indullria, e fquilira finez:za . Ap'–

punto per vendicare !'Europa

cent.ro

la preven–

tione di cerri curioíi di tutte quel!e cofe, cbe

vengono da!! ' lndie , e da! PlOndo nuovo

¡

ho

to.,fervato quello cavo!o cos\ bello

MeAtre, che ognuno ílavali ammirando quel

prodigio .

.A

gata

e

Celicur , c¡uafi fopprapenlie–

ro, s' erano raggiunti in un via/e vicino . Oh

!

bell'

1!i

gata, Je

diíle

i! giohne mollrando!e una

rofa' lafterete yoi morir quc;llo fiare ful gam:

bo fuo ? ••••

E

dove vol

e

te voi dunque ch

~!To

muQJa? ••. Dove vorrei mórire io

llelfd~.

Agna

per

tale rifpoíla arrofsl

1

e in qu6l pun–

to fuo Zio in compagnia di due di éjue'

b~gfi

fpirici , ando

a

metterfi

a

federl' in ua bofd1et–

to vicinb, donde potea ogni cofa udire feni:a

ellere

vedu

to . S'

egli

l:

vero feguito

a

di

re

Ce–

licur, che l' anime paffino da un carpo a!! ' al–

tro, io deíidero dopo

la

morte mia d' etlere un,.

:iiofa qua!

e

quella. Se qualche profana mano

s'

allun¡:a per coglicrmi mi celero tra le fpine ;

ma

fe

una vaga Ninfa

fi

degna di rivolgere

a

.n1c:

g!i

occhi, verfo lei m' offeríro , apriro

il

fcno mio, efa!ero le fragranze mie, le mefoo–

lero co_l fuo liato, il deliderlo di piacere

a

lei

rcnécrl

Yivi i miei

colori . ..

.Beniffimo, can-

to