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.

~u*

~~A~A~A

dine di fciocchi

. Volli fare

í¡ierienza s' eÍ/á

piu volentieri avelíe

..ffaggiata

I'

eloquenza ,

i;d e/Ja pretcíe, che Cicerone, Demoílene ecc.

foffero hravi cantambanco; e che quando lino

ha

buone ragioni , non gli abbiíog11a110

tantc

parole. Q.uanto alla morale foíliene , che la

fa

tuera a mente, e che Lucca fuo B.ilio,

far:–

gio quanro Socrue • Trova íolaraente qualche

diletto nella poefia

¡

ma anche in quella prefe.•

rifcc le

fa

voJe

a'

piu fublimi poemi

J

e

fchiet–

tamentc vi dice, ch' ell' ha piu caro

d'

uclir a

p.rlare Je beílie del Lafontana, ·che gli Erol di

Virgilio, e

d'

Omero. Jn breve in et! di di–

ciett' anni

ell'

e

come una fanciulla di ¿odici ;

e

nelle piu ferie converíazioni, e nelle piit in–

tereílauti Yi maravigliarcíle a vedere, colli' ella

s'

inrrattiene in una fraícheria, o annojar6,

Ít.1-

bito che li vuol c.attivarli

la

fua actcnzione ;

Cclicur -ridendo

in fuo cuore , prefc:

!icen–

.u.

da! Signore di Finca

c , il q

uale gli fece

il favore d' invitarlo a

pran.zo

ne! vegnence

giorno.

.,"

Il giovane n'

cb~e

tanta

allegrez.ta

, che

)a

notte non chiufe mai occhi. Pranzare con

A–

gatfl?

Q.ueílo era il piu bel giorno di tutea

la

foa vita• Giuníc,ealla

fua

bellezza, alla giove11.

tu,

aWaria lerena ful fuo vi[o fparfa,

li

fareb–

~e

creduto di vedervi ad apparire Apolle, fe

il

Parnafo del Finrac foffe flato compoílo meglio;

ma liccome egli non volea alero , che perfone

procette

da.

lui , e adulacori ;

11011

ínvitava

a

caía

fua

alero , che genci

a

propofito per

dfer

tali .

Diede a' con-.itati notizia di Celicur aff'er–

tnando , ch'

e~li ~ra

1111

giovane poeta della

¡riíl

llella