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ne di furto, e con certi forrili, cke le facev1i–
·no cosl un peco movere Je labbra, fece inten–
dere benilTim<'> a Celicur , che
in
que! fuo ri–
fpondere do ppi9 -non prendeva una cofa per un'
altra, ma capiva tutto pel 'luo ver'fo. Sonoob.
bligato affai a voQro Padre , ripigllo
l'
lnten.
dente, ch' egli v'ab.bia mandato qui in
un'et~,
nella quale
la
natura
e
cosl acrendevofe , che
puo
ricevere
le
imJlretTioni del bene; ma guar–
da~evi
da. quelle del m•le. Voi ritroverete in
Parigi rnolti
piu
falli intendenci del bene, che
giudici buooi di queUo.
Non
domandate puere
~d
ogni uomo; ma attenetevi alla
capacit~
di
tale, che non
li
lia
ingann
ato ma~ inveruna
cofa • Celicur, il quale non
fofperra.va,mai
ch~
un uomo poteffe lodar fe m
edelimo 'cosl libera–
mente, fu cotanto femplice, che gli domando;
qua! fofse cotefro infallibile?
lo
lo fo¡io, rifpo–
fe~Ji
i
l
Fintac, con facci2 rutta licurezza ;
io
il 'quale ho rutra pafsata la viia
mla
con quan–
to v' ha nell' arti, e nelle lectere di piu prege–
vole, e raro; io che da quuantanni in qua non
fo
altro mai, che eferdtarmi a difcerner nelle
cofe di fant•fi>, e di buon guílo , Je bellezze
reali, e durevoli, d¡JJe belle?;ze di moda, e
d~
conven21ione. Dicolo, perche
{l.
fa;
e una cof,
nota non
e
vanici
il
confefsarla.
Ja~e~~e li~~;n~~~~~ ev¡u;~fe f~~~r~u~íl~fs:~~
do occupato in cofa, che gti frava piu a cuo–
.-e • Ágata. s' era tafvolta degnau d' al:o:are gli
oc~bi
"
lwi , e
pare~.
, cbe quelli occhi i:li
dic<fsero Je piu
cor~efi
cofe del mondo ; ll)a
venivano e(Ji anima
ti
da una vivacrta ¡¡,aturale,
• da! piacm; ,di vcdér la propri& Vlttoria
?
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4
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