i<
5
*
(
w~~~~~~~
~~~~~~(4
L'
I N
T EL L I
GENTE~
C
Elic11r fin dall' eta fua di
q~indici ·ann~
era flato fra le genti , come li
fuol di–
·re,
un~
maraviglia in carne e
i11
o!fa •
Componeva verli, ch' erario una
galent~ria,
una.
i~~~~lt~
2
d~:~a ~djh~.n~n°nfoff: j~ l~¡e~~~.n~~Í~~
!trata poeticamence, e che non rrovalfe gli oc–
chi di lui
pi~
fpiritoft de' verfi fuoi . Era pur¿
il gra11 peccato , che cosl
r~re
<1'1aliti d
inge•
gno li laftialfero fotterrate in una piccola Cit'–
ü.
Parigi, Parigi dovea eífore Teatro a quel–
le; e canto
fil
decto,
e
facto , che luo Padre
li11almente delibero di quivi mand .•rlo , Era
il
Padre fuo. un uomo da bene, il quale arnava lº
ingegno in altrui , bench' egli non , ne aveífe
punto
ne
poco
j
ed avea in 1<mmirazione ) feo–
t a fapere il perche, cut to que! lo , che veniva
dalla capicale ; dove teneV. anche corrifpon–
denza di Jetterl:, e fra c:orrlfpondentÍ Cuo\ di
tal genere un cerro
Jnttndenu
á'
1gni cofti
,
aec–
to Signar di Fint•c. Celicur venne parcicolar–
rnenre raccnmandato a lui,
11
Fintac accetro
iJ
figliuolo dell' amfco fuo1
con honra grave da procectore, e gli diffe :
st–
gnore ho udito a parlue del facto voíl:ro; e fo
che nella Provincia avace facto riuf,ita; ma IB
A
3
P~·