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6ff!..
rA~~~~~..e,
provincia, credetelo a me , Arti , e Lettere
fono ancora in culla Dove non regna il buon
iuflo, ingegno, e genio producono tutte Je co–
fe rozze,
ed
informi; e fuorche a Parigi non
non v' ha buon guflo . Comindate d11nque dal
telf!:re pér cofa certa, che fietc nato in queílo
punto, e che dovete dimenticarvi di qu.a11tq a–
vece imparato.
E
di che non debb' io dimenti–
carmi? diíl'e Celicur , girando gli occhi verfo
una Nipote di difciott'anni , che l' Intendente
;o.vea apprdfo: SI , Signore, e vero : og11i cnmin–
cio
a
vivere. lo non faprei dire qua! aria
li
fpiri in qucíli luoghi: la mi pare una malia;
fento fvil!uppa(li in me ccrte facold , ch' ia
non
fa
pea
d'
avere ; parmi . d' acquiflarc fenti–
menti nuovi, un' anima nuova íla bene, cfcla–
mo il Fin tac , queílo
e
entuliafmo; e nato
Poe–
ta :
A
queílo tratto
tofo
non puo efTere altri–
menti;
~
poeta, ve
1ne
do parola .
~ti
non ,..
entra poelia ripii;lio
~elicur;
queíla
e
fcmplice~
ed ii;genua naturl .••. Tanto mcglio; q!lcfla
i
il vero iogegno.
In
qua!
crt3
vi liete voi fcn–
tito a rifcaldare da quella divina liamma? •••
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~u~Í~h~
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Tenuco mai di fentire in me
il
fubitanco , e
ardente calore che mi peRetra turro in quello
punto . L' aria di Parigi,
di(fe
il Fiotac • L' a-
1;ia della voílra cafa , ripiglio Celicur: trovomi
11el rempio de/le Mu(e. L'Intcodente s'avvide.
<:he il giovane avea belliffime di(polizioni,
Agata, il p11.i accorto , e aggrazziato corpi–
~ello ,
che folfe
mai
ílato llibbdcato da amorc,
1100 lafcio cadere in terra una fola paro!>. di
t11tta quella
converfa~iooe
, e con certe occhiaci-
11~