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bella fperanza del mondo,
t!
lo
li
fece federe
il
de(lra a menfa
Ed cccoti fubito tutti gli oc–
chi dell' invidia fiíll in lui . Parve ad ognuno de'
c:o11•itHi, che gli ufurparfe il fuo pofio ; e
in
fondo
all'
anima fua ciuro di farne
vend~tta
fcreditanúo Ja prima opera , che
folfe da
lui
)lubblic•ta. lntaoto Celicur venne ac,ettato ,
e accarezuco da tutti que'Signori, il qua le fin
da
qucl punto incomincio
a
credere, che ffuf–
fero i migliori,
e
piu onefli uomioi dell' uni–
verfo. Una pcrfona nueva defiava
l' emulaio–
ne;
il bel!' ingegno o andava , per cosl dire a
vele fpiegate:
ti
diede giudlzio della R epub–
blica delle lettcrc ' e perche
e
cofa giuíla
il ,
mefcolarc Jode, e critica, furonogenorofamen–
t:e lodad tutti i morci, e lacerad i vivi, cioe
:~:; ~~!~r~h~u~~~,e~f,?~r:n~url~k¡~;"be
0
n7c:~~
za cllero llatc prima vcdute da Finuc ; non
poteano avere altro che un elito palfeggero ;
cuete le fuggellare da
lui coll' impronta della
fua approvaz:ione, dovcano pervcnire all' immor–
hlid., checche ne dica il prefeote fccolo .
Si
fcorfe per tutti i geocri della
letreratura ;
o
pcr darc maggior adito di ÍpiC'care ali' crudi–
ziooe, e alla critica,
fu
poíla
io
c>.mpo quel–
h
no,•illima difput• : qu•I di due
fra
Cornelio,
e
R acine
meriti la
p1eferenza. Anche
fopra
di
cio
ú
dicev.nole pin belle cofe del mon–
do,
qwu
do •lla Nipotina, che non nea mai
apeno bocea , vcnnc in mente di demandare
con fomma iageouid , quale dclle due fruttc ,
111clanncia, e pefc•, avcffe piu fqwilito fapore,
e_
mcriróllfe maggiori encomii. Arrofsl di cale
kmplicitil
lo
Zio ;
e
i
coovit&ti
~bbalfando
tu~-