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~i~e~=g~~~~rldi¡fei iÍi'ifnrit~~r~
nell'eta, in cui vi tfovate
¡
cdnvien fapere ,
afcoltar~,
e racere, Ai:ata con un forrifo, che
appena
G
pqtea vedere , guardo Celicur , che
i'avea benilTimo intefa, e
la
conforto con unl
occhiata ful diíprer;io di:ll' atTem!ilea • Mi di•
111enticai di dire , ch' egli eu. dirimpetto a Jei,
i!
ben potere inimaginare, ch' egli poco prella–
Va
oretchio a quello che veniva detl:o intorno
a
luí. Ma l'lncendente ch' efaminava la fifono·
inia del giovahe vi trovava dentro un fuoeq
particolare . Vedece voi, dicea a que' hegl' in–
iegni, vedete, c&me
il
talento efce delJa buc–
tia. S\ , rifpofe uno di Joro, vedeli a trafpira–
re come I' ac<jua da' ¡lori dell'eolipilo • ll ' Fin–
c.acprendeudo Celicur per l:t máno gli ditTe :
Pare a voi che quelta lia uoa comparaz ione
?
Sono quelle j>oefia,
e;
6lofofia fondute ialiemd
Q_uefio
e
il
modo col quale
li
toccano Je Mufe
e
ú
rengcno per mano
~· una
con I'alrra . Oi–
ti:
il vero, feguiro a dire , nelle vollre Citra
r~~~~:·~oi"~~nfiv~adne~~ ~~~
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o!"~rc~ri p~~~:~
':"al:
~~n~pf:?r~"~;~c~º~~J're"e~i~u~~·~u~?'. S~~~iJ~~=
la
farebbe
il
non avethc, riípofe uno di loro :
Noi Ciamo alla fonre ,
&
pur¡/Mt0 bíbñnus ore
mflttr.
Ah !
pllrpureo
riplio con modellia il Fln–
uc;
mi face un grande onore. Aícolcate bene¡
voi o Giovaoe e imparate come li f111no le
ci–
taziooi . Il giovane fiava acrentiffimo
;i
cogliere
íul facto le occhiace d' Agata,
Ja
quale da!Jaco
fuo lo rirrovava bello, e graziofo.
Levatili dalla menfa ándaroao a paífeg:ia"'
in