;a
1
per la prima volea
fi
vide cadere que.!
velo, che gli fafcjava gli occl:¡i • Dov' era
io,
difle in fuo cuore? oh! phe fec
io? la
qua! forma ;¡ndava io faceodo la mia vita?
Ah! quai rjmproveri nor¡
merii~i?
Di quai
mali non ho io
a
fare la penitenza ?
l).n~i~.
,mo a viliqre ipia sorella ' foggiunfo '
pai.
che non :¡ve;¡ ¡:oraggi,0 dj dire
íJ.
s~
andia.
mo
a
vilitare (\ngel,ica
1
Lucia rimafe opp,relfa alla npvella arreca.
~ale
dal padre . Npn per
me,
dicea ella:
iQ
ílo bene
~
e
forfe
crovoq:¡i
folife
fuori
deJ
mondo; poco
e
il bifogno; ma voi,
P
adr~
p1io; ma il Yolny! .. .cfle vuoi iu
fare,
fi.
glíuol~
mía; io non nacqui gia ricco
qllal~
l)1i fon veduto poco
fa.
!le
il
/igliuol
miC?
fara
{aggio,
avril
a,ncora capta facolta, c(l¡;
gli fara batlauce
j
Je non
e
íaggio , ne
avr~
~nche
pii'1 di qual)tO gli
bifogo~.
ll
dolare
di Lucia crebbe io doppio al ve¡lere
il
fr~tello. Non ho cuore dj confolart.i, gli dilfe,
ma chiamerp al foccorfo mio la
aofr~a pru~
denre, ed affeccuof¡¡
<!\
ngel ica ., •• Qh
!
no,
forella n¡ia, io non fon degno,
ch' ella
fi
prenda penliero <{ella mia afflzio_ne: io d9.
ve<1 readerp;ii degno della
fua
il:ima ,
~
della
fu~
piet·'
in
quel
rempo
in
cui
do–
vea onora¡la col) de' lagi
ifiij :
al
prefen.te,
ch,e ogni
ccfa m'
abband na,
il
mio
penci~
}J\eA.tO_
~
').JO.'
UJ,l;
liliaiio.nep,er
ro
e
no,
E
f
h~