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2lcro andacogli inconcra gli di1le: Dimmi,

dimmi dunque un poco quelb faccenda

:

s'

e

riverfata Ja tua forte ..• Almeno

s'

e

ri.

dotta a picciola cofa ••• Oh! cu hai pure

ún padre mal accorco!

l rt

che diavolo an.

do egli ad impacciarfi? Non erl cü uo1no

for fe da rovinani anche !Cnta di lui

? , ••

Son fuori di me, gli diffe nh terzo: diceli

che cu abbia veoduci que' tlloi bei cavalli

1

Oime

s\ .••

S' io l' aveffi íhputo, gli avrel

comperati io . Ecco,

tu

fe' pur fatro :\ que.

fio modo: alle occa!ioni mai bon ci vengo.

no in mente gli amici: Avea alrr<> in mente

di piu imp<Jrtanza •. La rna vaga

e

vero?

Ell~

non farlt piu a cue fpefe;

m1

durerece

tern.

pre buoui amici : confolaci ,

fo

ch' ella

ti

vuol bene; ufer

a

teco buooe maniere . Alcunl

.Paffando gli diífero : Volny , buongiorno, tUI•

ti alcri fuggirono da lui, come dal fooco .

La fua Sigoora , arriccbica da lui , né

rima

fe

cosi aff!itta, che non ebbe piu cuo·

re di rivederlo . Non vogliace darmi qnel\o

tra vaglio, gli JCriffe ;

fa

pece quant' io !ia

enera, e feo!iciva; croppo dolorofa

imprd~

fione mi farebbe il vedervi, Conofco di non

:iver tantll forza, che a fol\enerne la villa.

Quello

fu

il punto , in cuí Volny tocco

profondamenre il cuore dalla freddezza, e

~eggierezza

degl i amici, e dal rrovarli coa

'l:aeta indigoita abban·douato dalla iua Signo·

ra