re a menfa, rimafero colpiti oel vedt:rloco.
si
abbarruto
._ U
no di
lbro
·oon pote ritener·
fi
dal chiedergline la cagioae : la faprete ,
rifpofe: praaziamo, e tollo, fe vi piace :
rn'
occupa.uoil cuore cofe alfai ferie,
Si
pran.
zo
con un profondo fileazio ; e T ima.ate
1
Ievandofi dall a tavola prefe congedo da'con.·
vitati fuoi, e folo col figlioln fi chiule ,
Volny, gli dilfe, ho a darvi unll. mala no•
vella
¡
ma
dovete fotl.,nere la difgrazia vo·
ftra coraggir lamente. Figliol
mio,
fono ro,
vinato ,
J
due terzi delle mie
facolt~
fono ora llati preG f<·pra due Vafcelli, e la
mala fede
d'
un uomo , in cui avea polla
ogni fidanza, mi t<1glie la mee:\ del refiao·
te ,
11
defiderio di Ja fciare
a
Voi
ll.nafor.
tuna grande ,
ro'
ha di fatto
:
per buena
forre piccioli fono i mici deb1ti,
e
co' rima·
fugli del mio naufragio fal vero l-a 1em1 di
Vol ny, che arreca mille tire d' entrara ;
COO
quefra potrtmo vi;rere ,
JI
colpo
e
OC•
ribile; ma voi fiete giovane ,
e
potete
ri·
m•1tervi • lo nlln mi fono refo indegoo
della
fiducia de' miei corrilpondenti
:
fpt ro
che il
n<
me mio a
v
d
ancora qualche ere.
dito in Eur pa;
ma
fono
sl
vecchio , che
non potrei ora comiociar di nuovo ¡
e
tocca
a vui far riparo alle d1fgrazie del padre
YO·
firo. 1 miei
priocipj
fi fondarooo in ca pita•
li
mioori
de'
vofiri; e voi con
la
probita _
colla