ze
piu
folen oi • Non
fi
pul> immagioare ,
non che dire , quaato ufci di
'luelle sfre–
nate !iague nel bollore d' una
converfa–
zioae
~
ravola:
~hi
dice:i
iJ
mariraggio
ef:
fere carena da
non metterlaú addollo al.
tro, 'che per iarerelfe: chi declamo cootro
il pefo. ele' figliuolt; curto era pefo , prigio–
ne,
o~ia ~
11
piú facro viacolo
della
focieti!
era
in
queíla guifa tratrato fra begli fpiriti
rifcaldati dalla fcoílumatezza, e da' bicchie–
ri. Ma fuppoogaíi , che quefio aoche riefca,
che n' avviene? Marito, e moglie, diceano,
f¡
piacciono fei mefi per annojaríi in tuno
j[
refiante della vita. Ah, caro,il mio Vol.
ny :
· matrimonio no • Sarefü
un.
uomo ro.
;vinato a!fatto • Se ti
to~ca
il
napriccio di
qualche onefia fanciulla ,
indugia
finche
un alero la fpofi ; tardi o per tempo
J'
av.
rai ,
e
tocchera anche
a
te eífer
felice
Crederebbeíi mai ,
che quel dicervellaro ,
giovane tene!Te per giudiziofiliime tali riflel–
fioai
?
Yedete
tuttavi'a ,
diceva
egli ,
quanto impero
abbiaao
fopra
un cuore
virtu ,
e
bellezza, dappoiche fánno a que(.
Jo dimeoticare la cura della
foa quiete ,
e
quanto vaglia la fua
liben~.
Avrebbe voluto non rivedere pi1\ Ange–
lica ;
fe
non
che quando era paffato
qua
l.
che di,
che non l' aveíle vedura, non po:.
¡ea
aver pace
lec:o
mede!imo •
Ma
tanto
pu(¡