íe
vao iia , o íe11timenro, egli o' era
ver" ~
menee
commolfo : ma
cosl farro
nafcente
genio ,
fo
pur tale _patea -chiamarli , noo
a ve~
.Iorza couira le prefe abirudini •
L'
inebbtiavano
le lo<li
de'~
1
1uoi
adulácori ,
l'
iñgannava
la
malia
d'
una giovan-e ;
non
s'
a
v;vedev,á punto , elle il p¿nfiern ,
ch'
al
tri
fi
preñdea
di
piaoergli ,
Jo comperava a
eontanti
¡
e
la vanil'a fua
vezzeg~iara
da'
diletci , glieU facea quaú
foprapeenúero
d–
g úarda re,
e
a quelli for ridere . Q.ueHa mor–
bidezza
di
V'Ollllrll
C
Ja pitt ÍofeJice malar,
ria di confumazióne ,
nella q uale poffa un
giovane effere caduto . Fuor de'piaceri, og,ni
alm1 cofa gli
e'
ano fience;
una
mone
f'a–
ftidiofa gl1 obl:Jlighi piu Jeggieri
;'
importo·
ni1a
e
ooja
, 1u11e le manco · rigide cnn·
veoienze: nao
gli
pare
di
fiar beoe alero ,
ehe io quello Ha ca d' iodoleuza , e di li–
berta
, ne! quale Hato ubbidifre a Jui , e
non
v'
ha cofa , che lo coftrioga.
T~ lvolca
gli fi prefeutava l'imm'<lgiae d''
An'gelica quafi in fogoo ,
e
0
dicca ; cll'
le
por bell11
!
ma che
ne
¡iocrei fa r
io?
Non
c'
e
•:ti
mbodo Ja piu incomoda cofa
d'
un'l
moglie delicata
e
fedele
ad
un mariro , che
non é
n'e
una
cofa , né l'
ál1ra •
Mio
Pª•
dre
v.orrebbe ch' io
vivelli
per mia
mo~lie .
N·on
vi
farebbe
alrro ph\, che
amare ; ge.
lo{ja, rimproveri, pianci:
tutt i
per
me fp:i.
ven-