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fodd isfazione

?

Al pubhlico • Ah

!t

Signor

mio, avvi un pubblico in vidiofo , e trillo ,

che non

e

degno d' elfere i

ti

cío compiaciu–

to. Q_uanto poi a que! pubblico '

ch'

e

in.

differente e giuflo ,

lafciate che gli facci2.

mo vedere uno fpettacolo

molto piu uti–

Je, e che piu tocchi gli

animi d lla rovl.

na noílra. Yedra egli , che una donna di

buon

fenfo

~uo

far

ritornare alfa buona

vía, un

mar~o

onell' uomo ;

e

che i c11ori

ben nati haRno de' fon di inefauribili ne! co–

raggio, e nella virtu; il noílro u vv iamen·

to fara un efempio; e

s'

e

cofa che

fa

on'o–

re a noi

il

darlo ,

fara

gloria

il

feguirlo ;

laddove fe il gafligo d' un' imprudenza no.

civa a noi foli, olcrepalfa il fallo , e dura

dopo di quello¡ chi fa che non nafca un'

ind ignazione fenza frurto del ved11rci iofeli.

ci fenza colpa.

L' afcolrava il Minillro pleno di maravi–

glia , e diffe: Non folo io non mettero op.

polizi one alle

voftr'

intenzioni

;

ma anche

ne! punire il voflro marito le affecondero.

Conviene che rinunzj al rirolo della fua ca.

- rica . Ah! Signare •.• lo l' ho cl1fpoíla a

fa.ore del voíl:ro figliuolo; e per riguardo,

e rifpetro di voi, la lafcio al Padre fi ochº

egli vive. La forprefa che colpi Acelia nel

fentire, che otteneva una g razia in cambio

d' una punizione , la fece quafi cadere alle

ginoc•

.