gin<crh.a dd M1niltro . Signore, difs' ella
>
ben
~
at10 degno di voi correggere
io tal
forma un Pad re di famiglia . Q.ueíle lagri.
me, rhe voi n dete cadermi dagli occbi ,
fono I' cfpreffione del la mia
riconoíceaz:t •
1
miei figli11uli, mio marito, ed io non
la~
fciecerno m ai di darvi benedizioni.
Melidoro atcendeva fratcaoto Acclia pie.
no di fpa vento : ma
I' inquietudine diflde
luogo all' allegrezza , quaado udl come dol.
cemente veniva punira Ja
fua prodigalita •
Che ne dire ora voi , gli dilfe Acelia ab.
bracciandolo , ci fepararemo noi oggi
!
E
1
queílo
il
di. Avrefü ru ancora qualche al–
tro buooo \amico , che cu preferifca alla
m oglie!
E' noto a
t1H1i
con q11anta
facilita
fi
fpargon
in Parigi Je oovelle, e appena fe.
minate fvaoifcono
!
la difgrazia di Melido–
ro era !lata la diceria uoiverfale per alcun
giorno ; il fuo riordi nameoto, o per rneglio
dire, il coraggiofo partito prefo dalla mo.
glie,
fu
una fpecie di rivoluzione negli ani.
mi, e nc'Difcorli. Non li parlava d'alrro,
che della prudenza ,
e della deliberazione
d' Acelia ; e c¡uandc. apparl frn le genci coll'
aria modefia, e libera d' una perfona , che
ne
dilpregia ,
ne
reme gli occhi del Pub–
blico , Yenne accercaca con quel
rifpetto ,
che non avea infpirato mai prima , Q.!¡ello
fu