dornani farerno feparati ••.Non Signere, non
e
il momeeco quefio . l"ra poco voi
,¡
go.
deretc in pai:e d' un' Qne!l' forcuna , farete
libero
1
tran'{uillo, fe-lice.
A
llora, rifiabilico
J'
onor voílro , e
Ja
vollr~
quiete , ved ro
&'
io debbo lafciare il luogo mio ·agli arce–
lici
della rovina
voLI
a
i.;,
e.d
abba ndonarvi
per punizione in
foil'
orlo '<li quell' abilfo,
da oui ioceodo
di
trarvi in falvo. Fino a
quel pu neo fiamo infeparabili ; e
l'
obbligo
mio, e le calamira voílrc; fono per
me
na.
di
Sagri.
Del
rel\o· domani darece
la
fen•
tenza voi di que! che lia l' uomo preferiro
a
me: avanti
a
lui proprio intendo di duvi
pmve della fua perfidia; e non voglio
piti
eílere
füm.ara
da voi ,
s'
egli ha cuore di
ribatterle.
Melidoro non fa.pendo che rifpondere alla
generofa fermezz,a d' anim o
d'
Acelia, ven.
ne turra la notce combatcuto fra 'l difperto ,
-.::
la gracirudine .
Ma la
martina fvegl iatoli,
ricevette una letrera, che lo mife in difpe–
razionc. Eragli fiato fcritto,
che alla
Cor·
te·
non fi parla va d'alcro, che del fuo luí.
fo,
de' fuoi difpendj; e della
dif~ra zi
frur.
to di quelli; og1;uno lo coodannava
aper·
tamence ;
e
che nna
fi
trattan di m!nor
rifoluzioae di quella del!' obbligarlo
a
la.
fc iare la fua cacica. leggete qui , di!Te ,
vedcndo Aceli;r , leggece ,
e
abbiace orrorc
dello