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d.
,
dicea ,
v~gliooo
piu per conofccrfi, che due
annl di vira In Parigi , Cafcai nella trappola ;
ed eJla ha
fa
puro ranro
fa
re, che mi dlmenri'–
cai della mia prima riloluzione. Oh! quanro
e
fragile !' uomo, e come puo lldarfi poco di fe
!
Qbbligaro a rapprelentar
la
parre dl marito ,
convenne follenerla ; e le diedi di n¡e quella
migliorc opinionc, che porei :
ma.
poca ,.ndo ,
che le parve di conofcere, che !'amor mloan–
dava infreddando.
fo
porel ben dire , cli'era lo.
fieffo; mi rifpofe che le vane parole non dava–
no a lni •d inrendere una cofa per un' alrra, e
ch' ella
vede~
bcne, ch' io non era piu que! di
prima. Finalmente fiamatrina quando mi de–
fiai, ebbi , ecca , quefio congedo : ,, Bailami
,, quella leggiera fperienza, che: fatta de' fe n–
" timenti vofiri • Andatevc:ne , Signor n.iio ,.
~ ;~:Cºn~Ío~ll~~en. /,ºr:/l~~tin~n .:::~:it~h~ f1~· a~~f
,, fempre, e ogualmeute fempre. ,, se·
tu
pa–
go? Eccori I' aV\'entura mia. Ora
tu
vedi, che
qucfia non fomiglia punto a quella., di che ru
m'incolpi. Venni rapiro anch' ¡,, come la tua.
Lauretta. • Piaccia, amico mio, al Cielo , che
non fia fiato fa rto di lei, quel che venne farto
.!i me. Ma ora, che per conto mio fei difi1:–
gannato, avrefii qualche alero fofpetto
?
Non
fo
piu. dov' io lia , difie i
1
Luzy ;, perdon'a al
mio dolore, al/a mia difperaz:ione , ali' amor·
mio , il palfo da me
Ofa
fatco. T1:1 fcherzi,
d–
piglio il Sc.ligny ; non v' avea cora piu giutla •
S' io
t'
aveffi coita la donna wa, egli era dove–
re, che te ne rendeffi ragione . Non
fu
vero ;
e
t~nto
meglio, eccoci buoni amici , Vuoi
t~
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