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i-DJ -#- .
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~~A~~~~
1]Íla
na1cita, del creqit-0 fub aJJa Corte poichQ.
<jueJJa•
e
uná Donna, cll' ha tuteo i.n fuo favo–
ie,
d'~
le
i1\ fuori. Tu fai che
·S:
ella no11 .cLriO:
¡¡'iovane, ne bella'
e
pe{ compen(o infipitamen•
~
fenficiva; e facile ad infiammarfi d' amore •
.fyl'
era dunqjlC riu(cito. dí piacerJe ; e non
m~
pamt i¡npol!íbile il giµ nger(l a quella che
ít
chiama feliéirii., fenza matri.mqnio ; ma
il
ma~
uimonio e4a Ja mia
intenzio.ne; onde v.alendo-.
II!i di quéllá rifpetco(a
timHi.ta>- ch'
e
in
fe
para-.
\i)le
d~
un amor <lilicato, sfuggiva tune le oc–
(alioni d'"abu(;mni
d~lla
deboleu;a di lei.
T.ur–
~·avafi, ~¡\·
io aodalli
cos~-
riferbato e dicea, ché
con avea veduto mai uomo tanto paurofo ' ne
cos\ nuovo nelle cofe del Mondo • Er.a in
m~
' la
verecondía d' una fanciulla ,
fa~ea
venir
Ja:
collera.
!o
con ti dito. tutte le praticnc , e
i
pcnfieri d;.
rlw
adopcrati
~n
tre mcli- , per f'ar-–
ipi aílalire fen;¡a arrendermi . Mai . non,
fu,
•t
q1ondo Civetta , ch'e facell_'e tanto per accende–
rc deliderj in4tili.
fl
contegno mio·
f11
un RJa,.,
firo p\!zzó' d"opera
c[i
prud'enz,a : e di capaci–
~ii..
Ma. che vuoi tu
?
Piu ne feppe di rñe
J~
vedova. Sono fiato beffato da.
lei,.
Sl amico mio,,
~~de¡1~d~c~~~~:cl~ed~~:~,u~~;mf.d¡• ~
11
~al~~n~~ii
<-rd! ne,
par.Jo' di matri1pónio. I,e fue
intenz.io.;
ní
erano vantafiltiofiflime.
Le
fue facolta erano,
fénza ver.una riferva rt1ie. V' avea ui1a diffiCO"l.1.
t~
Cola: io era giova"c aílai, non
¡¡v~¡¡ fcope'r~
ro
ancora a báfianza il m¡o
caratt~re-.
Per pro:
var,ci, mi fece la propofb d' andar a pallar¡
alcuni pochi giorni infieqie , foli
?
alla campa–
~. ~i~1diéi
iiorni di folitudiñe, e' di liber-
.
G ' ·
ti.,