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A~~~~A
gatc voi a fcguirvi •.. Voi cosi fare
l
perch'
cgli ven,a un'alrra Yolta a rapirri, ad 1nvolar–
ci a
me?
No di te non 1•oglio )aíciargli orma .
Muoja di
ver~ogna
, e
fara
giutlizia
a
fe fietfo:
non cemcre ch'cgli muoja d'
a
more, no: de i
diíloluti non muojono
d'
amore, no . Allora
prendendo Ja 6gliuola per la mano ' urcl feco
Jei fenza
far
punro di romore, ed imbarcandoíl
Ja
mattina vegnence con
quella
fulla Scnna ,
ri–
rorno
f~co
al fuo pacíe •
Paffaca la mezza notte ricorna.
il Conce a.
quclla cafa in cui fi
lufinga di ritrovar delizie,
e
piaceri, e Amore , che ne
lo cbiami . Ma.
ogni coía all'inconrro
e
quivi Ípavenco' e con–
fwfi<>nC.
· Le períone, ch' era no al fervigio di Lauret–
ta curre atccrite gli danno J' annunzio che non
fi
fa
dove íia fparita; che fenza pro andarono
in traccia di lei : awrle eíla con avvcdimenro
di la mandare lonrane
1
e poi coito que! punto
per andar(enc, e non
~flcr
vegliata : non aver
c!lC cenato in caía coll' amica; e parrcndoli a–
ver laíciaro fino i diamanri fuoi, fino la vefie,
ch' avea indolfo.
S' a!pecti, diffc il Luzy , dopo un lungo ta–
cere . Non an ate a lerto . Q_ualcofa
v'
ha in
qucllo fatto, che oon
s'
inrende.
)\more ,
che cerca di
lulingarfi , cominci&
da quclle conehierrure , che porcano fcufare
Lauretta; ma non rirrovandoft
in
c!íe
verili–
mi~lianz•
veruna , s' abbandana a piu crudcli
lofpetri . Q.ualche involonrario
accidente po–
rrebbe averla farra tardare : ma que!lo
f
pogl iar–
li da fe, mcntre che íono fuori i íervi, '!Uefio
ufdrc di forro fola
ful!'
abba9ár del ¡:iorno
1
e;;;
3
Ja-