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fera , verfo il chiudedi del giorno liate in ca–
ía,
e fiatcvi fofa. Dette quelle paro)e (monta,
e (egue Ja fua via.
.
Non s· era ancora fgombrato Jo llupore ,
in
cuí era Lauretra caduta, quando li rirrovu per–
venwta a caía fua.
JI
Luyz cenava in Villa; ed ella ritrovavali
foletta appunto quando avrebbe avuco maggior
bifogno di configlio. Dovea comparire davanti
a
1
Padre da Jei tradito, vinta , e oppreffa dall'
angofcia,
e
dalla vergogna.
A
llora
Ja
fua
col–
pa Je li manifelll> apena agli occhi , e dipi nta
co' piu orribili lineamenti.
A
Jui era noto l'
avvilimento del fuo flato, L' ebbrezza dell' a–
mare, f'atcrativa de' diletti, glien' aveano tol–
ro il pcnliero; ma appena caduto il velo rico–
nobbe
fe
lldfa qua! era agli occhi del mondo,
e
a~li
occhi del Padre. Spavcntata dall'efame,
e
da Jla fcntenza , a cui dovea fottomettcrfi ,
dicea verfando lagrime, Oh! fci:igurata , dove
fuggiro? dove mi celero?
JI
Padre mio ch'
e
t·
onella /letra , mi
trova fviata , abbandonata
al vizio, con un uomo, che a mee null a
¡
Oh!
Padre
mio!
oh! tremendo Gi udice. C ome ap–
pariro io davanti agli ocehi tuoí ? Piu fiare Je
venne in penliero di fcanfarlo,
e
non lafciarli
ved.ere: ma non erano le Cante Jeggi della na–
.tura llate ancora nell'animo fuo cancellate da!
vizio. Ed io faro quella dicea , che fo condur–
ro alla di fperazione?
E
non baila , ch' io mi
lia reía degna
d'
elfere da lui rinfacciata , che
mí tirero anche addoffo
Ja
fua maJedizione
?
Non
fara;
e come ch' io non mcriti piti il no–
me di
fua
figliuola , quello fagro nome
e
da me
vencrato. Venifs' cgli
ad
uccidcrmi con
Je
fue
ma-