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95

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~~A~~~A

fera , verfo il chiudedi del giorno liate in ca–

ía,

e fiatcvi fofa. Dette quelle paro)e (monta,

e (egue Ja fua via.

.

Non s· era ancora fgombrato Jo llupore ,

in

cuí era Lauretra caduta, quando li rirrovu per–

venwta a caía fua.

JI

Luyz cenava in Villa; ed ella ritrovavali

foletta appunto quando avrebbe avuco maggior

bifogno di configlio. Dovea comparire davanti

a

1

Padre da Jei tradito, vinta , e oppreffa dall'

angofcia,

e

dalla vergogna.

A

llora

Ja

fua

col–

pa Je li manifelll> apena agli occhi , e dipi nta

co' piu orribili lineamenti.

A

Jui era noto l'

avvilimento del fuo flato, L' ebbrezza dell' a–

mare, f'atcrativa de' diletti, glien' aveano tol–

ro il pcnliero; ma appena caduto il velo rico–

nobbe

fe

lldfa qua! era agli occhi del mondo,

e

a~li

occhi del Padre. Spavcntata dall'efame,

e

da Jla fcntenza , a cui dovea fottomettcrfi ,

dicea verfando lagrime, Oh! fci:igurata , dove

fuggiro? dove mi celero?

JI

Padre mio ch'

e

onella /letra , mi

trova fviata , abbandonata

al vizio, con un uomo, che a mee null a

¡

Oh!

Padre

mio!

oh! tremendo Gi udice. C ome ap–

pariro io davanti agli ocehi tuoí ? Piu fiare Je

venne in penliero di fcanfarlo,

e

non lafciarli

ved.ere: ma non erano le Cante Jeggi della na–

.tura llate ancora nell'animo fuo cancellate da!

vizio. Ed io faro quella dicea , che fo condur–

ro alla di fperazione?

E

non baila , ch' io mi

lia reía degna

d'

elfere da lui rinfacciata , che

mí tirero anche addoffo

Ja

fua maJedizione

?

Non

fara;

e come ch' io non mcriti piti il no–

me di

fua

figliuola , quello fagro nome

e

da me

vencrato. Venifs' cgli

ad

uccidcrmi con

Je

fue

ma-