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A:~<A~A~~

mo con unfrapimcnto ? No, non¡puo eílere

1

no

1

qualche rapitore l'avra ingannata , farca cadere

in rovina. Ah!

fe

polfo io ma? fapcre chi egli

e'

o il fuo fangue' o il mio

j

torcí miei lave–

ra. Ando egli ílc:!fo

.1

villaggio , ond ·era

lla•

to ar1ecaco il bigüeco. Con gli indiz¡ d>.tigli

dal Parroco giunge a fapere chi avea avuca la.

~~º';'~~~~~ed~,~~e r\~.~~~~;:g~~dr¿~ei•;:::;~~~

Jarica confufe, ed incerce . La fituazione llelfa

del luogo non fcrvl ad alrrn , che a fargli di–

Jungar il penfiero dalla verica . Era c¡uello lon–

tano fei leghc dalla via prefa dal Luzy , e fo–

pra una lirada oppolla. Ma c¡uando anche Ba–

ftlio aveffe raffrontata

la

partcnza del Concc

coll'andata della figliuola, nonavrcbbe mai

fo–

fpettato, che cosl vinuofo giovane fo(Tc caduto

in liffatra colpa . Siccome e¡:li non comunican

il fuo dolore ad uomo alcuno, cosl non pocea

ellervi, chi gli deíle cognizior.e veruna . Sin–

ghiozz:ava dunque in fuo cuore , atcendendo

qualche Jume, che confermaíle i fofpetci fuoí.

Iddio mío , dicea voi me

I'

avece daca nella

vollra ira : ed io , fenzalfenno, mi vanagloriava

f:"S:e"~~~er~n~:aªgf;;;,t~~ 'o~afa~ b(j;~g;¡n~

0

~

Oh ! perche non mori ella nafcendo l

Proccurava incanco Lauretca di perfuaderc a

fe medefima, che il Padre f uo foffe checo : e i

1

difpiaccn dell'avcrlo abbandonaco le fi facea

fenci re al cuorc allai Jcggiermcnce • Amore ,

vanica , gullo dí piacerí, q1o1el gullo si vivo in

Je· fin dalla nafcica , la cura del coltivare le

fue abilita , finalmente mílle fpaffi concinua–

mcnce variati, Je occupavano or J' uno , or

l'

alero